«Con il cellulare verifiche sui positivi e avvisi a chi rischia»
Foresti (Centro medico Santagostino): i dati restano riservati. Il Garante avverte: studiare le modalità
«Abbiamo sviluppato una app da scaricare sui cellulari che permette di tracciare i movimenti delle persone positive al coronavirus, di avvertire chi è entrato in contatto con loro ed è a rischio contagio e di individuare sul nascere possibili focolai. Siamo pronti a metterla a disposizione delle autorità».
Luca Foresti guida la rete di poliambulatori specialistici Centro medico Santagostino. Ha lavorato con Bending Spoons, la più importante azienda italiana di app, la società di marketing digitale Jakala e Geouniq, che si occupa di software di geolocalizzazione, per preparare una app che aiuti nel contenimento dell’epidemia di Covid-19. È una di quelle che verranno vagliate dal tavolo dei ministeri di Innovazione e Salute nei prossimi tre giorni.
L’aspetto più importante è il tracciamento: «Individuati i positivi, permette di ricostruire i loro movimenti nelle settimane precedenti e di mandare un messaggio a coloro con cui sono entrati in contatto per segnalare che devono mettersi in autoquarantena» spiega Foresti. Un’altra sezione è pensata per stimare le possibili infezioni, prima dei test. «È un un “diario clinico” in cui i singoli utenti registrano in modo anonimo eventuali sintomi. I dati così raccolti permettono di prevedere se ci sono delle zone in cui si diffonde il contagio. Oggi invece spesso facciamo i tamponi solo alle persone che si aggravano: significa che rileviamo i casi quando ormai sono vecchi di almeno dieci giorni e hanno già contagiato altri». Infine c’è il rilevamento statistico di assembramenti o comportamenti a rischio (come l’eccessiva mobilità).
«Questi dati possono essere incrociati con quelli dell’istat sulla distribuzione della popolazione in base all’età: se sappiamo che in un determinato territorio c’è una maggiore concentrazione di anziani, sappiamo che c’è una più alta probabilità di avere vittime» prosegue Foresti. Così diventano possibili interventi mirati zona per zona.
«È lo stesso approccio sperimentato in Corea del Sud, che si è rivelato molto efficace
— assicura —, in parallelo a test a tappeto».
Ma che, in Italia, ha suscitato dubbi sul rispetto della privacy. Il Garante Antonello Soro infatti avverte che «si dovrà studiare modalità e ampiezza delle misure da adottare in vista della loro efficacia, proporzionalità e ragionevolezza, senza improvvisazioni». Un aspetto che Foresti garantisce essere al centro delle loro preoccupazioni: «La app non rivela né i dati anagrafici né il numero di telefono delle persone, né rendiamo pubblici i tracciati degli spostamenti».