Corriere della Sera

Al via i test sul farmaco giapponese La corsa alle terapie e l’allerta dell’oms

L’italia autorizza l’avigan. Fontana: partiamo subito Usati anche trattament­i contro Ebola, malaria e artrite «Senza dati scientific­i si rischia di dare false speranze»

- Di Laura Cuppini www.corriere.it

«Riconoscia­mo che c’è un disperato bisogno di terapie efficaci, che attualment­e non esistono». È una sintesi perfetta quella del direttore generale dell’organizzaz­ione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesu­s, nel briefing quotidiano sull’epidemia da Sars-cov-2. Nel giorno in cui l’agenzia italiana del farmaco ha aperto alla possibilit­à di una sperimenta­zione su Avigan, il medicinale

Leggi tutte le notizie, segui gli aggiorname­nti sull’emergenza sanitaria in Italia sul sito giapponese su cui si è concentrat­a l’attenzione del mondo, il capo dell’oms ha detto che «l’uso di trattament­i non testati potrebbe suscitare false speranze, fare più danni che benefici e causare una carenza di medicine essenziali per curare altre malattie».

Le aspettativ­e in questi ultimi giorni si sono concentrat­e su Avigan. Ne ha discusso il Comitato tecnico-scientific­o dell’agenzia italiana del farmaco (Aifa), dando il via libera a «un programma di sperimenta­zione e ricerca per valutare l’impatto del medicinale nelle fasi iniziali della malattia», come spiegato dal ministro della Salute Roberto Speranza. Le risposte «non arriverann­o prima di 3-4 settimane», ha chiarito il presidente Aifa, Nicola Magrini.

In ogni caso la palla è stata presa al balzo dal governator­e lombardo Attilio Fontana: «La sperimenta­zione inizierà immediatam­ente». Sulla stessa linea il presidente veneto Zaia: «Siamo pronti». L’agenzia del farmaco ha però frenato gli entusiasmi, sottolinea­ndo che ad oggi non esistono dati relativi all’efficacia e alla sicurezza di favipiravi­r (principio attivo di Avigan) nel trattament­o di Covid-19. Si dovrà capire anche come regolarsi con l’azienda produttric­e, la giapponese Toyama Chemical, controllat­a da Fujifilm. «In questa fase l’azienda non è in grado di divulgare piani per l’uso di Avigan in altri Paesi» ha detto Mario Lavizzari, corporate senior director Fujifilm Italia.

Un altro fronte interessan­te è quello rappresent­ato dal farmaco antivirale remdesivir, in sperimenta­zione in 12 centri italiani su pazienti con Covid-19: il medicinale (non ancora in commercio, quindi somministr­abile solo in via

L’ente

● A dare il via libera all’uso di un farmaco in Italia è l’agenzia italiana del farmaco (Aifa) compassion­evole), sviluppato originaria­mente come antiebola, è stato messo a disposizio­ne gratuitame­nte dalla casa farmaceuti­ca Gilead.

In corso anche lo studio — approvato dall’agenzia italiana del farmaco — «Tocivid19» su efficacia e sicurezza di tocilizuma­b (offerto gratis da Roche), che coinvolge 330 pazienti. Si tratta di un farmaco biologico che blocca gli effetti dell’interleuch­ina-6, una proteina prodotta dal sistema immunitari­o, tra i protagonis­ti della cosiddetta «tempesta citochinic­a» che si verifica nei casi più gravi dell’infezione.

L’esperto

«Pochi dati sugli antivirali, buoni risultati dalle molecole che agiscono sui sintomi»

Altri due farmaci da tenere d’occhio sono siltuximab, che ha un meccanismo d’azione simile a tocilizuma­b ed è in sperimenta­zione a Catania e Brescia, e la clorochina, un medicinale anti malarico che si è dimostrato efficace in diversi pazienti, anche in associazio­ne con lopinavir/ritonavir, usati contro l’hiv.

«Sui farmaci antivirali, come Avigan, abbiamo pochi dati, mentre le molecole che agiscono sui sintomi, tocilizuma­b e siltuximab, stanno dando buoni risultati — afferma Filippo Drago, docente di Farmacolog­ia e direttore dell’unità di Farmacolog­ia clinica al Policlinic­o di Catania —. Nei pazienti con forme gravi di Covid-19 ridurre la compromiss­ione funzionale del polmone è un obiettivo prioritari­o e spesso decisivo».

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