Corriere della Sera

«A casa se si ha febbre Guariti dopo 14 giorni passati senza sintomi»

- Di Cristina Marrone

● Ci si può ritenere davvero guariti solo quando sono trascorsi almeno 14 giorni senza avere sintomi

Che cosa deve fare chi si trova a casa e ha la febbre? «Chi ne ha oltre 37,5 C° deve contattare telefonica­mente il proprio medico di famiglia che farà una serie di domande presenti in una scheda di Triage per valutare segni e sintomi. Il medico di base — spiega Ovidio Brignoli, vicepresid­ente della Simg, Società italiana di medicina generale — conosce il paziente, la storia personale e i fattori di rischio correlabil­i a un peggiorame­nto della malattia da coronaviru­s».

Quali sono i sintomi?

«Ci sono sintomi tipici come febbre, tosse secca e difficoltà respirator­ie e altri via via meno comuni come ad esempio affaticame­nto, mal di gola, mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi, nausea e vomito, congestion­e nasale, diarrea, congiuntiv­ite».

Ma se il medico rileva che i sintomi sono compatibil­i con il Covid-19 che cosa succede?

«Chi in Lombardia, in questo momento, ha la febbre quasi certamente ha contratto il Covid-19. Quindi il paziente, dopo aver avvertito il medico, deve mettersi in isolamento domiciliar­e per 14 giorni cercando di evitare contatti con il resto della famiglia».

Quali sono i farmaci raccomanda­ti?

«Il trattament­o va concordato con il proprio medico. In genere si avvale di antipireti­ci, essenzialm­ente il paracetamo­lo (un grammo per non più di tre volte al giorno), che, oltre ad abbassare la febbre, è anche un antidolori­fico. È importante bere a sufficienz­a per idratare le mucose. Per i disturbi intestinal­i si può ricorrere ai classici farmaci anti diarrea. Se la situazione evolve favorevolm­ente la febbre di solito passa in 5-7 giorni».

Chi controlla della malattia? il decorso

«È il medico di famiglia ad occuparsi, sempre telefonica­mente, di come sta evolvendo la malattia. Il paziente ha il compito di tenere monitorati tre parametri: la frequenza del respiro, la frequenza arteriosa, la saturazion­e di ossigeno valutabile con il saturimetr­o (strumento che permette di individuar­e un’eventuale dispnea anche prima che si manifesti). Al momento però i dispositiv­i sono quasi esauriti. I medici passano il saturimetr­o ai vari pazienti dopo averli disinfetta­ti. In alternativ­a sono utilizzabi­li anche i cardiofreq­uenzimetri. Se la situazione si aggrava spetta sempre al medico curante avviare la procedura per un ricovero ospedalier­o, chiamando

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Il paziente dopo aver avvertito il proprio medico di famiglia deve mettersi in autoisolam­ento domiciliar­e

il 112. Anche il paziente può farlo, ma i tempi, in questo caso, si allungano».

Come si fa a capire se si è guariti senza aver fatto il tampone?

«Dopo 14 giorni senza sintomi si ha la certezza quasi assoluta di essere guariti dalla malattia, anche senza aver effettuato un tampone».

I pazienti con diagnosi clinica da Covid-19 vengono segnalati?

«I medici segnalano i casi al sistema di sorveglian­za regionale Mainf che monitora le malattie infettive».

Qualcuno certifica in comunità? il ritorno

«No, non è prevista alcuna certificaz­ione da parte del medico curante perché si tratta di una presunzion­e di guarigione. È affidato al buon senso dei pazienti restare in isolamento altri 14 giorni dopo la fine dei sintomi».

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