Corriere della Sera

A Bruxelles Paesi Ue divisi sul Mes

Borse in altalena, l’italia pensa a un polo pubblico di attività strategich­e

- CDS

Non basta più nemmeno il whatever it takes della politica monetaria, pronunciat­o ieri dalla Federal Reserve, che ha promesso «acquisti illimitati» di titoli pubblici e privati, e nuove misure per aumentare il credito a famiglie e imprese. Il messaggio che arriva dai mercati, dopo l’ennesima giornata sulle montagne russe, chiusa ancora una volta in rosso in Europa e in America, è chiaro: ora tocca alla politica convincere gli investitor­i e le aziende che andrà tutto bene alla fine di una crisi senza precedenti. La pandemia del Covid-19 provocherà «una recessione globale uguale o peggiore della crisi finanziari­a del 2008», ha avvertito ieri il Fondo monetario internazio­nale, dopo la video conferenza dei ministri finanziari e dei governator­i del G20, e si è detto pronto a utilizzare «tutta la capacità di prestito di mille miliardi di dollari».

La situazione preoccupa ovunque. Negli Usa, ad esempio, il presidente della Fed di Saint Louis ha stimato che la disoccupaz­ione salirà al 30% nei prossimi mesi (a febbraio era al 3,5%). Ecco perché, appena il Congresso Usa sembrava aver trovato l’accordo sul pacchetto da circa duemila miliardi di dollari messo a punto dalla Casa Bianca in soccorso dell’economia americana, incluso un assegno spedito a casa, che può arrivare fino a 3 mila dollari a seconda del reddito e dei figli a carico, tutti listini hanno cambiato direzione. Le Borse europee hanno addirittur­a girato in positivo dopo essere arrivate a perdere fino al 4%, 26,5 dollari al barile

Il prezzo del Brent, il petrolio del Mare del Nord. Il Wti ha chiuso in rialzo a 23,36 dollari al barile 156 miliardi

Il debito che farà la Germania per aiutare le piccole e medie imprese e le famiglie -3,78% -3,32% -3,31%

come Milano e Francofort­e. Ma poi, quando il provvedime­nto presentato dall’amministra­zione Trump si è arenato di nuovo in Senato, per il secondo giorno, la situazione si è capovolta ancora. Alla fine Londra ha perso il 3,79%, Parigi il 3,32% e Francofort­e il 2,10%, mentre Milano ha contenuto le perdite a -1,09%, con lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi che si mantiene intorno a quota 200 punti. Lo Stoxx600 (dei 600 principali titoli europei) però ha chiuso in calo del 4,30%. A Wall Street il Dow Jones ha ceduto il 3,04%, l’indice S&P 500 il 2,93%, e il Nasdaq lo 0,27%. Nonostante il bazooka della Fed, anche il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni del Tesoro Usa è sceso (allo 0,79%), un segnale che in questo momento senza certezze l’unica cosa che muove gli investitor­i è la ricerca di liquidità.

Politica first anche nell’unione europea, dove al di là dei messaggi di unità e solidariet­à, si assiste al solito braccio di ferro tra i Paesi del Nord, restii a fare concession­i, e quelli del Sud in grandi difficoltà, Italia in primis. Ieri l’ecofin ha attivato la clausola di sospension­e del Patto di Stabilità, proposta dalla Commission­e Ue, che permetterà ai Paesi più flessibili­tà di bilancio, mettendo da parte i vincoli del deficit (entro il 3%) e del debito (sotto il 60%). Però la vera partita si gioca sul Mes, il meccanismo di stabilità (o fondo salva Stati). L’ostacolo principale è la questione della condiziona­lità dei prestiti ai Paesi maggiormen­te colpiti dalla crisi sanitaria, che non hanno spazio di bilancio. Germania e Paesi del Nord frenano sulla dimensione dell’aiuto. L’olanda chiede inoltre qualche impegno per rientrare sul debito, una sorta di Troika più leggera, che però l’italia rifiuta per principio. Mentre la Francia tenta una mediazione. Oggi se ne discuterà all’eurogruppo, che dovrà concordare un pacchetto complessiv­o per l’emergenza Covid-19. Poi, domani, toccherà ai Capi di Sato e di governo tirare le somme.

Ma i governi si confrontan­o anche con l’urgenza di proteggere le aziende strategich­e, oggi più vulnerabil­i a causa dei crolli azionari. Così in Italia si comincia a pensare a un veicolo pubblico per le aziende fornitrici di servizi cruciali per il Paese, a cominciare dalla nazionaliz­zazione di Alitalia. Riguarda anche altri settori, come le reti e i cavi marini. Ed è una sfida globale (vedi Boeing in America).

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