Merkel a casa ma «negativa» Piano di aiuti da 800 miliardi
BERLINO Angela Merkel non ha preso il Covid-19. Almeno per ora. È infatti negativo il primo test al quale si è sottoposta la cancelliera, da domenica in quarantena dopo che il medico che le aveva praticato un vaccino antiinfluenzale venerdì è risultato positivo al coronavirus. Ma anche se «continua a esercitare le sue funzioni» dal suo appartamento sull’isola dei Musei, per la prima volta in quindici anni al potere la «madre della nazione» non è fisicamente presente nella gestione di una crisi, anzi della più grave crisi tedesca dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
È una situazione nuova, anomala per i tedeschi che hanno imparato a fidarsi dell’eterna cancelliera e nella sua «forza tranquilla» hanno sempre trovato sicurezza e sollievo. L’assenza fisica di Angela Merkel è apparsa evidente ieri, quando è toccato al vicecancelliere e ministro delle Finanze Olaf Scholz rassicurare i tedeschi con le parole e soprattutto con la presentazione del più massiccio piano di salvataggio dell’economia concepito da un governo federale negli ultimi 70 anni. Il pacchetto approvato dalla Grosse Koalition è un bazooka da quasi 800 miliardi di euro. Di questi, 156 miliardi faranno parte di un bilancio supplementare destinato a sostenere le partite Iva e i piccoli imprenditori, compensare i lavoratori colpiti dalle riduzioni d’orario, aiutare le famiglie con bambini. Si tratta di nuovo debito, confermando così la fine del tabù del vincolo costituzionale, che finora fissava allo 0,35% del Pil il limite annuale del debito in eccesso. Inoltre, una rete protettiva da 600 miliardi di euro viene stesa intorno al sistema delle imprese, che potranno disporre di crediti illimitati. Di più, il governo non esclude di nazionalizzare temporaneamente le aziende strategiche in difficoltà, come per esempio Lufthansa.