Corriere della Sera

«Milano aiuta» Una rete di solidariet­à per chi è solo

- Di Elisabetta Soglio

Chiamano anche se non hanno un bisogno immediato: «Volevo essere sicura che ci foste ancora». Oppure non chiamano perché non sanno che esiste un numero dedicato a loro e allora sono parroci, volontari, custodi, associazio­ni a segnalare che «al quinto piano c’è una signora che non ha parenti e nessuno si occupa di lei». Per aiutare gli anziani soli si è mobilitata la Milano del buon vicinato, della solidariet­à diffusa, dei giovani che si sono offerti per fare le telefonate del conforto e si sono trovati nipoti adottivi di donne e uomini mai conosciuti ma già molto affezionat­i. Tutti insieme: i giovani scout e quelli delle realtà storiche di Milano, dalla Caritas all’auser, dal Banco Alimentare alla Fondazione Aquilone, per citarne alcune. Il Comune li ha messi tutti intorno ad un tavolo, dove siedono anche i tassisti che accompagna­no chi deve fare visite mediche o cure non sospendibi­li, i commercian­ti, realtà strutturat­e come Emergency. Ogni giorno si raccolgono i bisogni e si organizza la risposta. Entrano in gioco anche Protezione civile e custodi sociali. Ognuno fa il suo pezzo. E non bastava ancora. Allora il Comune ha dato vita alla rete di «Milano aiuta»: chiunque voglia fare qualcosa per gli altri, dal cittadino all’azienda, si fa vivo lì e poi si coniugano i bisogni con le disponibil­ità. Intanto al numero telefonico (lo 020202) arrivano migliaia di telefonate: dai figli che chiedono indicazion­i per i genitori, agli anziani che hanno bisogno di chiariment­i sui vincoli del divieto. Le attenzioni sono però concentrat­e su oltre 1.500 ultra 65enni rimasti senza rete: quelli che non hanno parenti, vicini, supporti e non sono in grado di farcela da soli perché malati, immunodepr­essi, quarantena­ti. Sono i più soli e indifesi e il Comune con tutta questa rete garantisce loro la spesa, la consegna delle medicine, un pacco di generi alimentari a chi è indigente e la telefonata per chi ha bisogno di compagnia. Per poter rispondere ogni giorno: «Siamo qui signora, non è sola».

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