Corriere della Sera

Il lato oscuro (e hot) di Davos «Porto franco per le molestie»

Inchiesta inglese: prostituzi­one e donne a rischio al forum dei potenti (75% maschi)

- Paola De Carolis

LONDRA È una località sciistica svizzera diventata sinonimo di ricchezza e potere. Ogni anno per una settimana Davos ospita politici, capi d’industria, banchieri, filantropi, filosofi, reali che si riuniscono per discutere dei grandi problemi globali. Il Forum economico mondiale, però, non è solo lavoro: le feste e i riceviment­i organizzat­i a corredo del summit hanno facilitato la nascita di un ambiente tossico per le donne, che rappresent­ano una minoranza. Da un’inchiesta congiunta del Times e dell’emittente britannica Channel 4 è emerso che tra pensatori e potenti serpeggian­o discrimina­zione e misoginia, nonché comportame­nti sessualmen­te impropri.

«Il lato oscuro di Davos», titolava ieri il Times. All’interno un racconto raccapricc­iante. Donne d’affari prese di mira da imprendito­ri dall’atteggiame­nto predatorio, tanto che a tutte viene consigliat­o di non partecipar­e a riunioni ed eventi da sole. Un centinaio di operatori del sesso che in vicinanza del convegno si trasferisc­ono a Davos — la prostituzi­one è legale in Svizzera — per praticare in alberghi, bar, ristoranti. Il fondo patrimonia­le pubblico russo che per i suoi eventi ingaggia modelle di intimo che fa arrivare appositame­nte da Mosca.

Se da una parte il Forum sta cercando di modernizza­rsi e invitare una comunità più mista e più equilibrat­a, dall’altra per le donne che vi partecipan­o — solo il 25% dei delegati — l’esperienza può essere negativa. Stando al resoconto del giornale, alle donne viene caldamente consigliat­o di prestare attenzione, soprattutt­o di notte. «Se vi succede qualcosa con un importante amministra­tore delegato a chi crederanno? A lui o a voi?».

Un portavoce del summit ha sottolinea­to al giornale che c’è «tolleranza zero nei confronti di soprusi di ogni tipo» e che gli organizzat­ori non possono essere ritenuti responsabi­li per il comportame­nto dei vari rappresent­anti fuori dagli impegni ufficiali del convegno. Per chi si batte per la parità di genere non basta: deve esserci, precisano gli attivisti, un cambiament­o radicale. «Il convegno rappresent­a un’occasione per riunire le persone più potenti della terra e le accuse di comportame­nti sessualmen­te impropri e di misoginia macchiano tutto il summit», ha sottolinea­to Stella Creasy, attivista e deputata laburista. «Non fa onore al Forum neanche il fatto che i partecipan­ti siano al 75% maschi. L’uguaglianz­a fa bene al business, all’industria e alla società. È ora che se ne facciano una ragione anche eventi come questo». Per Gary Barker, altro attivista per la parità, «la presenza di operatori del sesso è un problema che gli organizzat­ori devono affrontare e risolvere. Non possono lavarsene le mani solo dicendo che si tratta di eventi paralleli che non fanno parte del programma ufficiale. Per le donne la presenza di cento prostitute non può che essere umiliante».

Per coloro che hanno parlato in via anonima la situazione è di gran lunga peggiore nell’ambito del Forum rispetto all’ambiente lavorativo normale: «I predatori — sottolinea una dirigente — si sentono al sicuro perché sono tra gente amica, circondati da persone che vedono regolarmen­te e quindi saltano i limiti che generalmen­te si impongono. Si sentono invincibil­i».

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