Corriere della Sera

«Così ho ritrovato il papà del poeta Ferlinghet­ti»

- Silvio Masullo

«Cerco il mio vecchio che non ho mai conosciuto». Così scriveva nella sua «Autobiogra­fia» Lawrence Ferlinghet­ti dalla sua City Lights, la libreria di San Francisco che per prima aveva pubblicato volumi tascabili ed era stata icona e punto di riferiment­o della beat generation e di scrittori del calibro di Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Il «vecchio» era il papà Carlo, morto nel 1918 a pochi mesi dalla sua nascita, il 24 marzo 1919 a Yonkers. Il poeta, che oggi compirà 101 anni, si era convinto che fosse originario di Chiari (Brescia), prima di emigrare negli Usa. Aveva contatti con l’unica famiglia Ferlinghet­ti ivi residente, persuaso che fossero suoi parenti. Da lì era partita la mia ricerca, tre mesi tra comuni e archivi, in collaboraz­ione con la stessa famiglia, conclusasi pochi giorni prima del Natale 2004 con una meraviglio­sa notizia. Carlo Ferlinghet­ti era nato a Brescia, in contrada Cossere n. 2092, alle 16 del 14 marzo 1872. A ritrovarne l’atto di nascita un impiegato dell’anagrafe, Giuseppe Morandini, artista e cultore della beat generation. Lawrence si era recato in incognito, nel 2005, in contrada Cossere a Brescia, e, scambiato per un ladro, fu portato in questura. La sua email, scritta il 21 giugno 2006 dall’indirizzo della City Lights (il nome era ripreso dal film di Chaplin), con la quale ci esprimeva la sua enormous gratitude, è incornicia­ta nel mio cuore. Auguri little boy.

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