La spinta di Mattarella ai partiti «Uniti come nel dopoguerra»
Il premier informerà le Camere di ogni iniziativa Fico: il decreto si potrà modificare, sarò garante dei diritti dell’opposizione
ROMA Sergio Mattarella ieri ha rivolto alle forze politiche un nuovo appello all’unità. Prendendo spunto dall’anniversario delle fosse Ardeatine il capo dello Stato ha invitato i partiti a collaborare in un momento drammatico come questo e ha indicato la strada: l’esempio da seguire è quello dell’immediato dopoguerra, quando democristiani e comunisti misero da parte le reciproche ostilità e governarono insieme. Come allora, ammonisce il presidente della Repubblica, la chiave della «rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra nazione» può essere solo una: «l’unità del popolo italiano».
Preoccupato per l’emergenza coronavirus e per le polemiche tra le forze politiche, il capo dello Stato ha richiamato tutti al senso della responsabilità. Il suo appello è rivolto alla maggioranza e all’opposizione. Per intendersi, i destinatari del suo messaggio sono, in sostanza, Giuseppe Conte e Matteo Salvini. In questa fase, è l’ auspicio di Mattarella, le differenze che pure ci sono tra le diverse forze non vanno drammatizzate: devono piuttosto cedere il passo alla comune volontà di portare il Paese fuori dall’emergenza. Il che significa, anche se il presidente non lo ha detto esplicitamente, che il governo deve coinvolgere maggiormente il Parlamento, cosa che non ha fatto finora.
L’appello di Mattarella non è caduto nel vuoto. Conte, che era uno dei destinatari di quelle parole, ha annunciato che da ora in poi ogni iniziativa del governo verrà trasmessa al Parlamento e che lui stesso riferirà alle Camere ogni 15 giorni. Anche le forze politiche non hanno perso tempo. Goffredo Bettini, uno dei più ascoltati consiglieri di Nicola Zingaretti, ha proposto di tenere un tavolo di lavoro permanente con le opposizioni. E i capigruppo parlamentari della maggioranza e del centrodestra, su proposta di Andrea Marcucci, si incontreranno oggi al Senato per concordare l’iter del decreto Cura Italia. Mentre il presidente della Camera Roberto Fico ha annunciato che, come Elisabetta Casellati, si farà «garante» dei diritti dell’opposizione è che quindi il decreto Cura Italia non sarà blindato: «Il ruolo del Parlamento è centrale», ha assicurato, precisando poi che «la Camera non ha mai chiuso».
Ma l’appello di Mattarella non si limita all’oggi. Quello del capo dello Stato è un auspicio che vale anche per il futuro. Per quando, finita la pandemia, bisognerà rilanciare il sistema-italia per evitare che il nostro Paese sprofondi nella recessione. Anche allora occorrerà instaurare un clima di collaborazione, pena il rischio di lasciare per sempre indietro l’italia. In sintesi, è questo che il capo dello Stato ha inteso dire ai partiti. Non a caso l’incontro dell’altro ieri tra Conte e l’opposizione è stato il frutto del lavoro di moral suasion di
Mattarella. Infatti il presidente, che aveva già incontrato Salvini a fine febbraio, ha avuto anche l’altro ieri, prima dell’incontro di palazzo Chigi, un colloquio telefonico con il leader della Lega. Sì, perché è ferma convinzione del capo dello Stato che «la stessa unità» che consentì di rilanciare l’italia appena uscita dagli anni bui della dittatura fascista, ci sia «richiesta, oggi, in un momento difficile per l’intera comunità».