Non sa come, quando e se ripartirà
In Lega c’è chi tira alla sospensione totale. La Figc: si può andare oltre il 30 giugno
C’è chi ci crede, chi se lo augura, chi non ha più fiducia. Allo stato pensare di tornare a giocare è un miraggio. Nella migliore delle ipotesi si potranno riprendere gli allenamenti a maggio, significa ripartire a porte chiuse a giugno e concludere la stagione a metà luglio. L’idea di sforare oltre il 30 giugno è una possibilità messa sul piatto dalla Figc. La Uefa ha dato la priorità ai campionati, da chiudere però entro il 15 luglio, per poi terminare le coppe nella seconda metà del mese estivo.
L’altra ipotesi da non scartare è congelare la classifica e arrivare a uno stop definitivo. L’argomento in Lega Calcio viaggia di pari passo con il taglio degli stipendi. Non poter chiudere la stagione né ripartire con gli allenamenti significa avere la strada un po’ più libera, non certo in discesa, per decurtare gli ingaggi: di quanto è da stabilire in base alla ripresa o meno.
Non c’è un fronte unico tra i club. C’è chi spinge per ricominciare gli allenamenti come la Lazio, con il presidente Lotito che ha avuto uno scontro con il patron del Genoa, Enrico Preziosi. Sull’argomento il presidente di Lega, Paolo dal Pino, è stato netto: «Della questione allenamenti non vogliono più sentirne parlare almeno fino al 3 aprile, quando scadrà il decreto». Si allarga però la platea di chi sostiene che non ha senso continuare. Il presidente della
Samp, Massimo Ferrero, ha tuonato: «Per me il campionato finisce qui, la prossima serie A dovrebbe essere la stessa di quest’anno, con 21 o 22 squadre. Lotito mi odierà, ma per me finisce qui».
Non spetta né alla Lega, né alla Figc decidere se e quando ricominciare: solo il governo può dare il via libera. In merito allo stop definitivo se il calcio non vuole passare la prossima estate nei tribunali, come accaduto in passato, bisognerà capire come mettersi al riparo da eventuali ricorsi.
Ieri si è svolta un’altra video-riunione tra i rappresentati delle Leghe (per la serie A
Dal Pino, Balata per la serie B, Ghirelli della Legapro, Sibilia per la Lnd) e il presidente della Figc, Gabriele Gravina. La Federcalcio ha istituito un tavolo di lavoro permanente per le proposte anti-crisi. Poi ha diramato un comunicato. «La Figc ha presentato lo studio, che tiene conto delle indicazioni delle Leghe, da sottoporre al Governo riguardo all’emergenza con le prime iniziative su come fronteggiare la crisi di liquidità». Poi ha spiegato come intende lavorare sugli interventi strutturali di sistema, su come ripartire e sul taglio degli stipendi. Ha proposto una serie di misure tra cui «il prolungamento della fine della stagione a dopo il 30 giugno, il rinvio del pagamento degli emolumenti fiscali, contributivi e assicurativi, la rinegoziazione dei contratti sportivi e amministrativi di primo livello». Per giovedì Gravina ha convocato una riunione con tutte le componenti, compresi calciatori, allenatori e arbitri, per stabilire un percorso comune. Poi si andrà dal governo. La Figc però ritiene che la stima dei danni di 720 milioni fatta dalla serie A, nel caso in cui non si ripartisse sia eccessiva. Per la Federcalcio sarebbe di 500 milioni. La discrepanza sta nella valutazione dei contratti televisivi. La strada è lunga, la salita bella ripida.