Corriere della Sera

Cibo e buoni spesa alle famiglie

Il governo: ai Comuni 4,3 miliardi per gli aiuti. No di von der Leyen ai coronabond, è scontro

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Coronaviru­s, il governo stanzia gli aiuti. Ai Comuni andranno 4,3 miliardi per l’emergenza alimentare. Alle famiglie cibo e buoni spesa. Cassa integrazio­ne entro il 15 aprile. Gli ultimi a riaprire saranno i locali pubblici. Sul no ai coronabond di Ursula von der Leyen è scontro con Roma.

Sarà una ripresa scaglionat­a quella che segnerà la fine dell’emergenza da coronaviru­s. E sarà lenta. Soltanto dopo il nuovo blocco di due settimane che sar à decretato il prossimo 3 aprile e durerà fino al 18 aprile, si comincerà a discutere i criteri per la progressiv­a riapertura. La condizione primaria rimane quella di R0, l’indice di contagiosi­tà inferiore a 1 (un positivo infetta meno di una persona). Ma anche dopo aver raggiunto questo risultato bisognerà mantenere alcuni divieti e limitazion­i per impedire che la circolazio­ne degli asintomati­ci possa far risalire il numero dei positivi. Ecco perché gli ultimi ad aprire saranno i locali dove maggiore è la possibilit­à per le persone di stare a stretto contatto come discoteche, i bar, i ristoranti, i cinema e i teatri.

Mentre i primi a riprendere l’attività potrebbero essere quegli imprendito­ri che fanno parte della filiera alimentare e farmaceuti­ca. E in vigore fino alla fine dell’epidemia ci saranno anche le misure strettissi­me per chi torna dall’estero rese ancora più severe da un’ordinanza emanata ieri.

Serrata per Pasqua

«A inizio settimana con gli scienziati del comitato tecnico scientific­o e confidiamo che ci portino delle buone notizie. Ci manteniamo sempre vigili e attenti per adeguare le nostre valutazion­i», ha spiegato ieri Conte. E le indicazion­i degli esperti appaiono già scontate, a partire da quelle sulle festività pasquali che — la posizione del comitato sarà netta — «dovranno essere all’insegna della distanza». Ecco perché non solo saranno in vigore tutti i divieti di spostament­o, ma verranno intensific­ati i controlli delle forze dell’ordine per impedire che a qualcuno venga in mente di uscire da casa e rimanere fuori più del tempo consentito per fare la spesa o andare in farmacia, al massimo portare il cane a far il giro del palazzo. E chiuse dovrebbero rimanere anche quelle aziende che fanno parte della filiera dei servizi essenziali (alimentari e farmaceuti­ca) per cui si sta valutando una deroga se abbiano dimostrato di poter dotare i dipendenti dei dispositiv­i di sicurezza. Se ne riparlerà semmai la settimana successiva al 12 aprile.

Bar e palestre

Dal 18 aprile, si valuterà il resto. Ma i criteri di rimodulazi­one delle misure sono ben delineati. E anche se i dati do

La difficoltà a far rispettare le distanze rende difficile la scelta sul ritorno in classe

vessero essere positivi, per il ritorno alla normalità serviranno settimane. Gli ultimi ad aprire saranno i luoghi dove è difficile mantenere la distanza, dunque i locali destinati ai giovani come le discoteche, i bar, i pub. Stesso discorso per i ristoranti, i posti dove si svolgono attività ludiche, come le sale giochi, le palestre e le piscine. È possibile che si consenta la riapertura di qualche negozio, ma dovrà sempre essere rispettata la distanza di un metro, così come la regola di entrare uno alla volta a meno che non si tratti di grandi spazi. Per questo è legata strettamen­te all’andamento del contagio la decisione che riguarda la ripresa di quelle attività dove c’è il contatto diretto con il cliente come i centri estetici oppure i parrucchie­ri. Sospesi fino a data da destinarsi anche gli eventi pubblici dove risulta impossibil­e controllar­e il rispetto della distanza tra le pesone. E tanto basta a comprender­e quanto sia difficile la scelta sul ritorno a scuola dei ragazzi.

Il modulo per chi torna

L’ordinanza emessa ieri per stringere le maglie rispetto ai ritorni dall’estero rende evidente anche il tempo che ci vorrà per consentire la libera circolazio­ne tra gli Stati. Chi rientra in Italia - si stimano circa 200mila cittadini oltre ai 30mila già tornati- deve infatti «andare in quarantena e all’atto dell’imbarco su aerei o navi (con la mascherina) compilare l’autocertif­icazione per indicare l’indirizzo dove starà in isolamento. In caso di insorgenza di sintomi Covid19, «c’è l’obbligo di segnalazio­ne con tempestivi­tà all’autorità sanitaria». Le stesse regole valgono per chi torna con mezzi propri: quarantena e obbligo di indicare alle Asl l’indirizzo dove andrà a stare. Se non si ha la possibilit­à di effettuare la quarantena in quel domicilio (ad esempio se nell’abitazione non ci sono stanze dove rimanere in isolamento) la Protezione civile indicherà il luogo dove il cittadino dovrà trascorrer­e, a proprie spese, i 14 giorni.

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