Ora Trump vuole isolare New York
Donald Trump sta valutando di isolare gli stati di New York, New Jersey e Connecticut per combattere l’emergenza coronavirus. E ha precisato: «Comunque non è al momento allo studio la possibilità di chiudere la metropolitana». Ma il governatore di New York Cuomo ha ribadito: «Quarantena? Non so come potrebbe essere attuata».
Donald Trump WASHINGTON «sta valutando» se chiudere a chiave gli Stati di New York, New Jersey, «certe parti del Connecticut» e «forse altri uno o due posti». Dalla Grande Mela, il governatore Andrew Cuomo, nella conferenza stampa ormai quotidiana, ha detto di «non averne parlato con il presidente», di «non aver neanche capito bene di che cosa si tratta e se sia legalmente possibile».
In realtà tutte le misure di restrizione erano già previste in un piano messo a punto dalla Cdc di Atlanta, l’autorità sanitaria federale. Il 12 febbraio, la sua direttrice, Nancy Messonnier, aveva spiegato ai giornalisti collegati per telefono che erano pronte misure drastiche di «contenimento», compresa l’eventuale «quarantena forzata» dell’aree più colpite. Un mese e mezzo fa nessuno ci aveva dato peso. Quel giorno negli Stati Uniti i casi positivi erano 14. Ieri, ultimo aggiornamento, li ritroviamo al livello più alto nel mondo: 116 mila, con quasi duemila morti.
L’epicentro sempre più preoccupante è New York city: verso 30 mila contagiati, in rapida crescita, 450 morti.
La macchia rossa, però, si sta allargando verso Nord, dove il Massachusetts conta 3.240 casi e 35 morti e il piccolo Connecticut 1.291 e 27 decessi, cifre superiore a quelle di grandi Stati come l’ohio. E in Illinois è morto un bambino di meno di un anno, la più giovane vittima finora.
Il fronte si muove anche verso Sud. Il New Jersey è adesso il secondo polo di infezione del Paese, con 108 morti e 8.825 test positivi, il doppio della California.
L’allarme dei medici si sta concentrando su questo quadrante. Ed è probabilmente a loro, agli esperti della Cdc e agli scienziati della task force anti virus che Trump fa riferimento, quando dice: «C’è qualcuno che vorrebbe vedere New York, il New Jersey in quarantena. Ci sto pensando proprio in questo momento. Potremmo non doverlo fare,
ma c’è una possibilità che nel corso della giornata dovremo dichiarare la quarantena, per un breve periodo, due settimane, in queste zone». Nel concreto vorrebbe dire, aggiunge il presidente, applicare «restrizioni di viaggio», cioè il divieto di uscire dagli Stati con la polizia a controllare i confini interni.
Una misura che, a memoria, non ha precedenti. Il presidente ha preso nota anche delle rimostranze del governatore della Florida, il super trumpiano Ron Desantis: «Hanno molti problemi laggiù in Florida. Molti newyorkesi si stanno spostando lì, infettando pesantemente quei posti».
In effetti anche nello Stato di Miami la curva sale: 3.745 positivi e 52 vittime. In generale resta complicato fare un tampone e a New York gli ospedali si avvicinano alla saturazione.
Trump ha anticipato la partenza della nave ospedale «Comfort», 1.000 posti letto, 1.200 tra dottori, specialisti, infermieri. È salpata ieri dal porto di Norfolk in Virginia; approderà lunedì mattina al Pier 90 di Manhattan, uno dei moli riservati alle grandi imbarcazioni.
Intanto Cuomo ha disposto il rinvio delle primarie democratiche dal 28 aprile al 23 giugno e aspetta il picco del contagio tra due-tre settimane.