Corriere della Sera

Speranza: serve tempo Abbassare la guardia vanificher­ebbe tutti gli sforzi fatti

Soltanto alcune imprese potrebbero riaprire dopo la «quarantena» estesa al 18 aprile. Gli ultimi saranno i locali pubblici. Serrata dei negozi per le festività pasquali I controlli saranno intensific­ati. Norme più rigide per gli italiani che rientrano da

- di Monica Guerzoni

ROMA «Tempo e gradualità». Di questo ha bisogno l’italia per uscire dall’emergenza e riprendere a vivere. Ma riaprire tutto proprio ora, con la pandemia che continua a fare strage, sarebbe uno «sbaglio clamoroso». Roberto Speranza si tiene alla larga dalle polemiche e non ha voglia, né tempo, per rispondere a Matteo Renzi, che su Avvenire ha spronato il governo a «consentire che la vita riprenda». Una posizione controcorr­ente, osteggiata dalla maggioranz­a degli scienziati, da Palazzo Chigi e dal responsabi­le della Salute. Speranza, appunto.

«Siamo ancora nel pieno dell’epidemia - è l’avvertimen­to che il ministro ripete in queste ore, per frenare l’impazienza di chi vorrebbe spalancare le porte delle case e i cancelli delle fabbriche -. Non perdiamo la testa. Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio adesso. Si finirebbe per vanificare tutti gli sforzi che abbiamo fatto fino a oggi per contenere la diffusione dell’epidemia».

Sin dai primissimi giorni dell’emergenza coronaviru­s, il leader di Leu ha scelto la “linea dura”. Si è battuto per convincere il premier Giuseppe Conte e l’intero governo a fermare i voli dalla Cina. Ha insistito per sospendere l’attività di scuole e università e per rallentare il più possibile i motori del Paese. Fino al graduale lockdown. «I sacrifici che i nostri concittadi­ni stanno facendo sono uno sforzo molto serio», riconosce il ministro, che ha sempre rivendicat­o di affidarsi agli esperti dell’istituto superiore di Sanità, del Consiglio superiore di Sanità e del comitato tecnicosci­entifico del governo. Anche ieri, nel pieno del dibattito su aprire o chiudere, Speranza invitava a fidarsi di chi sa leggere i dati: «Gli epidemiolo­gi affermano che cominciano a vedersi i primi effetti del contenimen­to». Ma sarebbe un rischio troppo grande invertire la rotta proprio adesso, con la Lombardia che ogni giorno dice addio a centinaia di persone: «Siamo ancora nel pieno della crisi”. E se Renzi suggerisce di aprire le imprese prima di Pasqua e le scuole il 4 maggio, Speranza ammonisce: «Non siamo ancora al cambio di fase. Serviranno tempo e gradualità».

Da quando è iniziata la timida discesa dei contagi, il ministro non fa che implorare a ogni videoconfe­renza i colleghi di governo, i presidenti delle Regioni e i rappresent­anti delle opposizion­i di non leggere male i numeri del triste bollettino quotidiano. E se anche lui riconosce che «i contagi aumentano con minore intensità rispetto al passato», invita alla cautela, in attesa che l’epidemia raggiunga il picco: «Sono i primi segnali, ma aspettiamo. Dobbiamo tenere alta l’attenzione e non accontenta­rci, perché sono i giorni cruciali». Durante l’ultimo incontro a Palazzo Chigi tra Conte e i leader del centrodest­ra, presenti Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, Speranza ha detto che «la situazione resta serissima» e l’italia, soprattutt­o al Nord, è «ancora nella bufera». Sono passati sei giorni e per lui il quadro non è molto cambiato.

A chi lo incalza per sapere se l’italia importerà il “modello Corea” e proverà a fare i tamponi al maggior numero possibile di persone, il ministro risponde che l’unica strategia in grado di offrire certezze è «stare a casa, separare le persone, distanziar­si da tutti gli altri». Con pazienza e coraggio. Perché il vaccino è lontano e i farmaci sono tutti da sperimenta­re. «Lo so che stiamo chiedendo enormi sacrifici - è la preghiera laica del ministro - Ma rispettare le regole è il modo migliore che ognuno di noi ha per fare la propria parte».

Preso com’è da una emergenza che per lui, classe 1979, equivale al dramma che fu per i suoi nonni la Seconda guerra mondiale, Speranza lascia cadere critiche e attacchi: «Ho da lavorare sugli ospedali in difficoltà». E quel video del 2 febbraio da Fabio Fazio, in cui il virologo Roberto Burioni parla di «rischio zero per l’italia» e il ministro invita a non avere paura, perché il nostro servizio sanitario è uno dei migliori del mondo? «Credo si sappia - è il commento di Speranza con i collaborat­ori - tutto quello che ho fatto da gennaio a oggi».

d

L’emergenza Siamo ancora nel pieno dell’epidemia, non si deve perdere la testa

 ??  ?? Il profilo
Roberto Speranza,
41 anni, è ministro della Salute del governo Conte II dal 5 settembre 2019. Esponente della sinistra, è stato eletto alla Camera con Leu
Il profilo Roberto Speranza, 41 anni, è ministro della Salute del governo Conte II dal 5 settembre 2019. Esponente della sinistra, è stato eletto alla Camera con Leu

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy