Corriere della Sera

I tre fratelli scomparsi in 10 giorni

- Alessandro Fulloni

Una foto che risale a qualche anno fa li ritrae assieme in bicicletta, tra le case di Livigno, nell’alta Valtellina a due passi dal confine con la Svizzera. I tre fratelli Zini, gente di montagna, vigorosi, sorridenti, inseparabi­li. Quello a sinistra con un cappello da marinaio era Guido Silvio, di 85 anni. Al centro, con un maglioncin­o blu, Pietro Pacifico, 83. E a destra Giovanni, 88. Quest’ultimo è stato il primo dei tre a spegnersi, una decina di giorni fa, per una malattia cardiaca. Gli altri se ne sono andati in settimana, uccisi dal coronaviru­s che sta flagelland­o anche questi posti sereni e maestosi, incuneati tra il passo del Foscagno, la Forcola e la valle di Poschiavo. In Valtellina sono una cinquantin­a le morti sinora dovute al Covid-19. Lutti e contagi sparsi tra Sondrio, Morbegno e Aprica. A Livigno i decessi sono tre: oltre Guido Silvio e Pietro, il virus ha falciato l’ex sindaco di Valdidentr­o Aldo Martinelli, 55 anni, che si era stabilito qui e che si è spento martedì al reparto Terapia intensiva dell’ospedale di Sondalo.

Ma è soprattutt­o la scomparsa degli Zini ad aver lasciato sgomento il borgo che conta 6.000 residenti e dove tutti conoscono tutti. «Siamo attoniti» ha pianto il sindaco Damiano Bormolini. Il più vecchio dei tre fratelli, Giovanni, era un uomo solido assai attivo nel volontaria­to. Presidente onorario e animatore della sezione cittadina degli alpini, era sempre presente alle adunate e lo scorso anno aveva guidato orgoglioso la delegazion­e delle penne nere di Livigno al ritrovo a Milano, per il centenario dell’associazio­ne nazionale.

Durante la disastrosa alluvione della Valtellina del luglio 1987 — quella che provocò una cinquantin­a di morti — Giovanni era stato in prima fila nei soccorsi, scavando tra macerie e fango. Dopo il primogenit­o è scomparso Pietro Pacifico— il «Pedrin» per tutti quelli che ne apprezzava­no la bonomia — sacrestano, sposato con Rita, tre figli e otto nipoti.

Martedì, infine, si è spento Guido Silvio, una vita dedicata al lavoro, tra le montagne: in estate in Svizzera a mettere giù asfalti e l’inverno al gelo gestendo skilift. Nel 1988 lo segnò un dolore devastante, la perdita della madre dei suoi figli. Anche per Guido Silvio non ci saranno, per ora, funerali ma una benedizion­e al cimitero la cui data deve essere ancora stabilita: in Valtellina, come nella Bergamasca, nel Bresciano e nel Piacentino, i tempi per le cremazioni sono incerti.

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