«Salviamo le Pmi o il Paese muore Ora altri 5 miliardi»
Buffagni: le banche facciano di più la loro parte
MILANO «O salviamo le imprese o il Paese muore. Senza il lavoro privato lo Stato non si sostiene. E dobbiamo agire subito perché ogni minuto perso lo pagheremo dieci volte poi»: Stefano Buffagni, viceministro al Mise, uomo del Nord del M5S, lancia il suo grido d’allarme. «Più ingenti sono le risorse che riusciamo a destinare alla produzione, più il Pil si salvaguarderà. Badare solo al deficit non fermerà l’aumento dell’indebitamento se il Pil crolla».
Intanto, però, i consumi stanno già crollando.
«Appunto. Dobbiamo sostenere l’economia. Serve mettere più soldi in tasca alle persone nel breve periodo in tutta Europa, non solo in Italia. Così si sostengono anche i consumi».
Però per le Piccole e medie imprese ottenere credito è complesso.
«Le banche devono fare maggiormente la loro parte. Gli strumenti li abbiamo messi in campo e si lavora per potenziarli sempre più. Il governo offre una strada. Le Pmi possono rivolgersi al fondo di garanzia dello Stato che a marzo ha visto oltre 11mila richieste con un incremento del 37% e che è pronto a sostenere interventi per potenziali 50 miliardi di nuova liquidità nei prossimi 9 mesi».
Tutto questo, però, potrebbe non bastare.
«Dobbiamo presentare un ulteriore piano di sostegno degno delle aziende che sono il cuore del nostro Paese. Servono
almeno altri 5 miliardi per garantire la liquidità per 2/3 mesi di fatturato alle Pmi. Al Mise stiamo già lavorando a come ripartire dopo l’emergenza, ma in questo momento serve compattezza».
Per questo avete aperto una cabina di regia con l’opposizione?
«Le idee di chiunque sono le benvenute, a patto che siano idee concrete e non di mera propaganda. Non c’è spazio e tempo per speculare su una tragedia così come stanno facendo».
Draghi ha chiesto di intervenire con forza subito.
«Concordo pienamente. Speriamo che anche le istituzioni europee, a partire dalla sua ex casa, la Bce, ci ascoltino. Guardate cosa sta facendo Trump, che ha messo sul piatto 2.000 miliardi e già dicono che non sono sufficienti. L’europa deve capire».
Cosa?
«Che o si rilancia unita in questa sfida globale oppure