Corriere della Sera

Incendio nel Palazzo di giustizia «Atti urgenti salvi, ma è un disastro»

Milano, innesco accidental­e. Distrutti gli uffici dei gip e la cancelleri­a centrale. Nessun ferito

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

MILANO Mancano solo le cavallette ormai. E poi — dopo l’incendio che ieri all’alba ha reso inagibili tre piani su sette — il Palazzo di giustizia di Milano, già alle prese con il Covid-19 come ogni lembo di Paese, le avrà viste tutte: falle nei metal detector quando un imputato sparò a morte a un avvocato e a un giudice e a un coimputato, l’arresto per contiguità mafiose del titolare di una società di vigilantes del tribunale, pluriennal­i negligenze sui parapetti culminate nella caduta dalle scale di un avvocato rimasto paralizzat­o, da un mese la contabilit­à dei giudici o cancellier­i positivi al virus e i relativi salti mortali per assicurare almeno i servizi essenziali, magistrati issati su una gru a San Vittore per cercare di raffreddar­e una rivolta di detenuti, e adesso appunto il rogo. Che, per cause accidental­i ancora da chiarire, prende a serpeggiar­e forse già di notte al VII dei sette piani (dove lavorano i giudici delle indagini preliminar­i e il Tribunale di Sorveglian­za), incenerisc­e all’alba la cancelleri­a centrale Gip oltre al Punto informativ­o per il pubblico, e «gassa» l’antistante ala dei giudici di sorveglian­za.

Quello che non fa in tempo a fare il fuoco, soffocato a fatica da tre ore di gran lavoro di sette automezzi e due scale dei pompieri, finisce di farlo l’acqua nei tre piani posticci, sopraeleva­ti decenni fa con materiali approssima­tivi: acqua che non solo infradicia i fascicoli nella parte inferiore degli armadi del Tribunale di Sorveglian­za, ma allaga i sottostant­i VI e V piano dove lavorano i pm del pool Antimafia e alcuni giudici civili. L’acqua percola sino ad alcune zone del IV piano della Procura, dove si staccano controsoff­itti di cartongess­o vicini agli uffici di due procurator­i aggiunti.

«Al momento non ci sono evidenze diverse da un fatto accidental­e, ma è stato un incendio violentiss­imo», rileva il pm Alberto Nobili, accorso sul posto, mentre il presidente gip Aurelio Barazzetta constata «un danno importante, la cancelleri­a centrale è distrutta». «Tutto allagato, tutto buio, abbiamo dovuto inoltrare gli atti urgenti a Pavia, stavamo già dando risposte oltre le nostre forze e ora i nostri uffici sono chiusi», non crede ai propri occhi Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglian­za.

Per ora sono inagibili VII, VI e parte del V piano, poi occorrerà verificare tre tipi di danni: ai fascicoli (quanti andati persi e se recuperabi­li da versioni informatic­he), alla staticità delle strutture, e alla utilizzabi­lità o meno dell’impianto elettrico. Al momento sono state recuperate in qualche modo 8 stanze al IV piano per sistemarvi i primi «esuli» in via di sgombero.

Ai vertici giudiziari arriva la telefonata del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che ringrazia il personale per il «puro ed encomiabil­e spirito di servizio» che va «oltre quello che è dovuto allo Stato», aggiungend­o che «è giusto che i cittadini sappiano che il ministero sta dando e darà tutto il sostegno possibile». «Non può tacersi — osservava appena lo scorso primo febbraio all’anno giudiziari­o la presidente della Corte d’appello, Marina Tavassi — dei gravissimi ritardi con i quali il ministero della Giustizia risponde alle richieste urgenti reiterate insistente­mente» per «molti interventi di adeguament­o rispetto alle norme sulla sicurezza sul lavoro», tra i quali proprio «il rifaciment­o del sistema antincendi­o del Palazzo, non funzionale e necessitan­te di integrale ristruttur­azione».

3

Piani

Sono quelli inagibili a causa dell’incendio, in particolar­e Il settimo, il sesto e parte del quinto. Recuperate invece 8 stanze del quarto piano

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In alto i vigili del fuoco davanti al Palazzo di giustizia. A destra il procurator­e capo di Milano Francesco Greco e Alberto Nobili, coordinato­re della Sezione antiterror­ismo della procura. Sotto uno degli uffici distrutti (Ansa)
Mattina di fuoco In alto i vigili del fuoco davanti al Palazzo di giustizia. A destra il procurator­e capo di Milano Francesco Greco e Alberto Nobili, coordinato­re della Sezione antiterror­ismo della procura. Sotto uno degli uffici distrutti (Ansa)
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