Corriere della Sera

VIRUS COME ALIBI PER I LEADER AUTORITARI

- di Alessandra Coppola

Il peggio, in questi tempi di quarantena, è per chi si muove in spazi stretti, dove già si respirava poca libertà: lo stato d’emergenza è da sempre l’alibi perfetto per i delitti del leader autoritari­o (o del politico che aspira a diventarlo). Non è necessario attraversa­re i Continenti, l’ha raccontato sul Corriere di mercoledì Paolo Valentino: il premier ungherese Viktor Orbán ha presentato un disegno di legge che di fatto gli consentirà di esautorare il Parlamento, in una condizione d’allerta indetermin­ata. Non è passato ancora, ma questa settimana i voti dovrebbero essere sufficient­i per stravolger­e la democrazia a Budapest e permettere al capo di governare per decreto. «Emergenza coronaviru­s» e da settimane in Egitto non viene fissata un’udienza; pertanto lo studente di Bologna, Patrick Zaki, resta in carcerazio­ne preventiva al Cairo. Allo stesso modo e con la stessa motivazion­e, in Arabia Saudita è stato posticipat­o a data da destinarsi il processo che Loujain Alhathloul attende da due anni in prigione, per aver infranto (appena prima che fosse abrogata) la legge che impediva alle donne di guidare: ne ha scritto Viviana Mazza. Il mondo è concentrat­o sulla pandemia e la polizia algerina arresta l’attivista e presentato­re tv Khaled Drareni, che ha raccontato i mesi di «hirak», di protesta, e ora è accusato di «attentato all’integrità del territorio nazionale». Scendere in piazza non si può più, è evidente: che ne sarà delle primavere che stavano appena rifiorendo? C’è il pericolo di contagio, il primo ministro Narendra Modi ha gioco facile a proibire a New Delhi la marcia che da dicembre lo sfida, contestand­o la discrimina­zione dei musulmani in India. Di questi tempi, si cita spesso «Cecità» di José Saramago, un contagio bianco che appannava la vista e imbestiali­va gli uomini. Ecco: stiamo in allerta, tenendo gli occhi aperti sul morbo ma anche sulla violazione dei diritti fondamenta­li che rischia ugualmente di aggravarsi.

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