«Divisi dal virus, un libro li riunisce al confine»
Lavoro come insegnante all’istituto Nobile Aviation College di Fagagna, in provincia di Udine. Un mio studente di origine slovena, a causa dell’emergenza coronavirus, vive in questo momento a Capodistria con la mamma, mentre il papà per motivi di lavoro si trova a Trieste. I collegamenti sono ora difficoltosi, ma almeno una volta a settimana la famiglia si ricongiunge al confine, scambiandosi poche parole e alcuni generi di prima necessità. Questa volta, tra le cose necessarie nella borsa del papà, è finito anche un libro che avevo richiesto di leggere alla mia scolaresca: «Cecità» di Saramago. È stato lui che, amante della lettura, ha ordinato il romanzo in Italia al papà, iniziando però a leggerloe in una versione online. Qualche giorno fa è avvenuto lo scambio. La cosa che mi fa sorridere è che il confine sia attraversato da un libro su una pandemia che confini non ha. Mi sembra un esempio di buona pratica nella scuola ai tempi del coronavirus. Mi pare sia un segno di speranza e di voglia di ritornare alle normalità. Tutti i miei studenti si sono dimostrati formidabili. Si sono scoperti responsabili e affidabili: svolgono lezione ogni giorno dalle 7.50 alle 13.30 (il lunedì e il martedì anche fino alle 14.25), studiano e vengono interrogati. Ma la cosa più bella è che durante le lezioni si divertono e mi divertono pure! A loro e ai miei colleghi un abbraccio forte.
Ogni domenica pubblichiamo il racconto breve — reale o di fantasia — scritto da un lettore