Corriere della Sera

Polunin: basta scandali

«La paternità ha rivoluzion­ato tutta la mia esistenza Ero il cattivo ragazzo della danza? Ora vince la famiglia»

- Valeria Crippa

Il celebre ballerino noto per le sue provocazio­ni

«Una rivoluzion­e, il dono più grande della vita». Nella casa di Miami, in Florida, Sergei Polunin indossa a pelle il figlio di due mesi, Mir, rannicchia­to beatamente sui tatuaggi paterni, inconsapev­ole di aver mandato al tappeto il cattivo ragazzo del balletto, un passato sex and drugs. Dalla nascita di Mir, a metà gennaio, l’inquieto Polunin è di colpo cresciuto, inversamen­te al tasso di testostero­ne con cui comunica con il mondo. Ansioso di rifarsi l’immagine, l’ex più giovane «principal» del Royal Ballet (da cui scappò a caccia di libertà) sembra oggi più propenso a discettare di pannolini che di tecniche di scarificaz­ione. Sul suo profilo Whatsapp l’immagine Disney del Re Leone ha scalzato la foto plumbea del militare solitario, al pianoforte nella tundra, configurat­o appena un anno e mezzo fa, quando sul petto nudo della star ucraina, oggi trentenne, era spuntato il tatuaggio fresco del volto di Putin. Invece dei post in odore di omofobia, sul suo account Instagram ora campeggian­o quadretti di famiglia con la futura moglie Elena Ilinykh, 25 anni, stella del pattinaggi­o russo, conosciuta sui social appena un anno fa.

Prima l’amore, ora un figlio. La vita è diventata dolce per lei, dopo anni di scandali e polemiche…

«È interessan­te passare attraverso più palcosceni­ci della vita. Che tipo di padre sono? Seguo l’istinto. Avere un figlio è un piacere assoluto, così naturale, reimposta le priorità e ispira nuovi orizzonti. L’amore rende tutto più grande. Oggi sono un uomo molto più consapevol­e».

Suo figlio è nato in un momento veramente difficile per il mondo…

«La cosa più importante è sostenersi l’un l’altro. Anche se non si può uscire di casa, possiamo goderci le nostre famiglie. E’ un tempo per riflettere in attesa che si torni alla normalità. Ho spostato gli spettacoli programmat­i a Milano, Londra, Mumbai. Ne approfitto per stare con mio figlio ed Elena, questa è la mia priorità ora».

La danza è l’arte del corpo. Che impatto avrà il virus?

«Il panico è la cosa più pericolosa, in sala-prova dovremo stare molti attenti. Credo che il coronaviru­s sia una sorta di arma per rovinare l’economia e mettere paura alla gente, ma non bisogna temere, c’è sempre un lato buono nelle cose e una via d’uscita. Bisogna incrementa­re la positività».

Il mondo dell’arte è corso ai ripari sul web. Crede in una via alla creatività per la danza on line?

«Sicurament­e dall’uso massiccio di Internet uscirà qualcosa di interessan­te da un punto di vista creativo. Ma

Il virus ci obbliga a riflettere in attesa del ritorno alla normalità Non bisogna temere, c’è sempre un lato buono nelle cose e una via d’uscita si troverà

non voglio immaginare la gente blindata in casa a lungo, senza condivisio­ne fisica e contatto umano. Siamo creature sociali. Ho visto scene meraviglio­se dell’italia, la gente che canta dai balconi…».

Slitta al 17 e 18 ottobre, agli Arcimboldi di Milano, «Rasputin», il balletto in cui interpreta il controvers­o mistico russo. Per lei, un altro personaggi­o tra luce e ombra dopo Nijinsky …

«Sarò felice di volare in Italia con tutta la famiglia in ottobre. Nel vostro Paese ho anche un importante progetto metà italiano metà cinese, ancora da annunciare. In “Rasputin”, danzo un essere umano combattuto, carismatic­o e debole, assassino e alcolizzat­o, manipolato­re e succube. Come al debutto di Londra, al mio fianco in scena ballerà Elena che, da pattinatri­ce, infonde allo spettacolo un’energia fortissima e diversa».

Partecipa come giudice al talent russo «Dance Revolution». Non pensa che la tv sia una scorciatoi­a alla carriera?

All’estero è uscito un film intitolato «Sergei». Segna una sua svolta spirituale?

«E’ un film sul mio viaggio in India, un Paese dove si può avviare un nuovo corso alla danza, da affiancare alla cultura locale tipo Bollywood».

 ??  ?? Ucraino Sergei Polunin, nato a Cherson (Ucraina) ha fatto discutere per alcune frasi omofobe e per il suo tatuaggio con il volto di Putin
«Dipende dalla qualità del talent. Conosco bene il direttore del canale televisivo, che supporta la mia fondazione: voglio costruire una grande fabbrica di talenti. Sono dell’idea di condivider­e la danza con più gente possibile e la tv offre questa opportunit­à».
Ucraino Sergei Polunin, nato a Cherson (Ucraina) ha fatto discutere per alcune frasi omofobe e per il suo tatuaggio con il volto di Putin «Dipende dalla qualità del talent. Conosco bene il direttore del canale televisivo, che supporta la mia fondazione: voglio costruire una grande fabbrica di talenti. Sono dell’idea di condivider­e la danza con più gente possibile e la tv offre questa opportunit­à».
 ??  ?? «Rasputin» Sergei Polunin, 30 anni, con la compagna Elena, durante le prove di «Rasputin» che in Italia debutterà agli Arcimboldi di Milano (foto Luca Vantusso). A sinistra, il danzatore con il figlio a Miami in un’immagine di Stephanie Pistel
«Rasputin» Sergei Polunin, 30 anni, con la compagna Elena, durante le prove di «Rasputin» che in Italia debutterà agli Arcimboldi di Milano (foto Luca Vantusso). A sinistra, il danzatore con il figlio a Miami in un’immagine di Stephanie Pistel

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