La centralità della tv: 5 ore e 11 minuti davanti al piccolo schermo
R educi dalla Preghiera Urbi et Orbi di papa Francesco che ha raggiunto, coi diversi canali generalisti e all news, oltre diciassette milioni di spettatori medi, possiamo confermare la centralità della tv nella «mediazione» di questa drammatica emergenza. Con gli italiani in quarantena crescono però tutti i consumi mediali, e lo fanno non solo in Italia. Proviamo questa settimana ad approfondire l’analisi in due direzioni. Sono, in primo luogo, soprattutto i contenuti video online a evidenziare una simile crescita a doppia cifra: abbiamo già osservato che, confrontando periodi omogenei, il tempo passato ora davanti alla tv è aumentato in media di quasi un’ora, raggiungendo le 5 ore e 11 minuti (+20%). Per quanto riguarda invece i contenuti video in Rete la crescita fra il «prima» e il «dopo» è stimabile in 16 minuti, passando da 42 a 58 minuti medi (+39%). Questo dato segnala la forte domanda — per lo più d’intrattenimento ma anche di informazione — che caratterizza il periodo, e di cui beneficiano i grandi aggregatori (come Youtube, +13% di tempo speso stimato) e i servizi di video on demand (Netflix + 9% di tempo speso stimato, ma in settimana è partito anche Disney+). Il fenomeno, in secondo luogo, non è solo italiano: anche nell’europa che entra in «lockdown» cresce la fruizione di tv, in proporzioni analoghe all’italia. In Spagna dove il mezzo televisivo è centrale come da noi, si toccano le 5 ore e 15 minuti medi (la diretta col premier Sanchez che parla alla nazione è la trasmissione più vista di sempre). Anche in Francia +1 ora di tv (per toccare le 4 ore e 30 minuti). Poco superiore al 15% la crescita stimata in Gran Bretagna. È il paradosso di platee nazionali superiori ai 30 milioni medi per il prime time TV con le produzioni di contenuti rallentate o ferme. (a.g.)
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia e Sensemakers su dati Auditel