Il virus ora rallenta la corsa
Resta alto il numero delle vittime. Gli esperti: solo dopo Pasqua la rivalutazione sui divieti. Mascherine da usare ancora per mesi
Dimezzato l’aumento dei contagiati, più guariti. Bonus di 800 euro per le Partite Iva
Il virus sembra rallentare la sua corsa. Non è ancora la svolta, ma un segnale incoraggiante sì. Dimezzato il numero dei contagiati, aumentano i guariti. «Ma non bisogna allentare la presa». Resta purtroppo ancora alto il dato dei morti: 812 nelle ultime ventiquattr’ore. Gli esperti: solo dopo Pasqua sarà fatta una nuova valutazione sui divieti e saranno prese le decisioni del caso. Anche se l’uso delle mascherine sarà consigliato, o obbligatorio, ancora per mesi. Dal governo è pronto un bonus di 800 euro per le Partite Iva.
La speranza degli italiani è aggrappata ad una percentuale, ogni giorno più bassa, quella della crescita del contagio. E quella percentuale, che è sempre stata in discesa negli ultimi giorni, è calata ancora. Domenica era il 5,6%, ieri il 4,1. «Dal 20 marzo ad oggi siamo passati da 40 mila a 75 mila contagiati, 4.050 persone in più nell’ultimo giorno. Ma ciò che è importante è la percentuale dei nuovi contagi su base quotidiana, passata dall’11 del 20 marzo all’attuale 4,1», ha detto il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. Abbiamo sempre meno nuovi contagiati ma c’è anche il dato del numero di guariti in un solo giorno che dà fiducia: sono 1.590, ed è il più alto dall’inizio dell’epidemia, che porta a 14.620 i malati che hanno sconfitto il virus.
Fa ben sperare anche il numero (e la percentuale) dei nuovi ricoveri in terapia intensiva, altra spia importante di un allentamento della pressione sugli ospedali: ieri solo 71 persone in più sono state ricoverate in intensiva, sono 3.981 in tutta Italia, con un incremento dell’1,9%.
Purtroppo è sempre alto il numero dei morti, ieri 812, che porta il totale delle vittime a 11.591. Quello dei decessi sarà anche l’ultimo numero a migliorare. L’italia, dice Borrelli, «sta vivendo l’emergenza sanitaria più grande degli ultimi 100 anni. Solo nella Grande guerra il Paese ha avuto una crisi sanitaria simile a questa». Ma i sorrisi e i volti più distesi del capo Dipartimento e del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, in conferenza stampa, parlavano di fiducia, di ottimismo. Non ne siamo fuori, è presto per ragionare su scenari sociali e politici post emergenziali. Ma è proprio adesso che va mantenuto «il comportamento tenuto fino ad ora dai cittadini — dice Locatelli —. Le misure restrittive ci hanno portato a questi primi risultati. Una riapertura del Paese? Ne riparliamo dopo Pasqua». «Oltre 6.500 persone sono state denunciate in un giorno — ha aggiunto Borrelli — per aver violato l’obbligo di quarantena,e tra loro ci sono anche positivi al virus. Sono comportamenti gravissimi».
Anche in Lombardia il governatore Fontana e l’assessore regionale Giulio Gallera mostravano ieri cauto ottimismo. «Siamo sulla buona strada», ha detto il presidente della Regione. In Lombardia, in particolare a Lodi e a Bergamo, rispetto alla metà di marzo si è dimezzato il numero di chiamate ai mezzi di soccorso per ricoveri d’urgenza.
Va meglio anche a Milano città, che domenica aveva registrato 546 nuovi contagi mentre ieri erano 154. In tutta la regione ci sono 1.154 casi in più. «I dati confermano fortunatamente una riduzione costante e omogenea in quasi tutto il territorio regionale dei nuovi casi e degli accessi nei Pronto soccorso», ha detto Gallera, anche perché ci sono 1.082 dimessi e questo «è un segnale molto bello».
L’oms guarda oltre. «La stabilizzazione dei contagi in Italia e in Spagna è importante ma il virus non se ne andrà da solo e serve uno sforzo ulteriore. Oltre a chiudere bisogna concentrarsi su una strategia da adottare per spingere giù il virus». Ora, cure e vaccino.