RITROVARE GLI ALLEATI PERDUTI
L’ambasciatore Varricchio: «Ci aspettiamo un gesto importante a breve». In campo il Pentagono per l’assistenza con strutture e attrezzature sanitarie
Nella sua ora più tragica l’italia si è sentita abbandonata dai Paesi che le sono più vicini: partner europei e America. Gli aiuti sono arrivati in aereo dalla Cina, dalla Russia, perfino da Cuba. Poco da Usa e Ue: l’europa allenta i vincoli di bilancio, ma c’è chi tira il freno. Da Donald Trump vaghe promesse ma i suoi aerei sono quelli della nostra Pattuglia acrobatica che tracciano in cielo il tricolore nel video postato su Twitter: parole d’amore per l’italia. Parole, non opere di bene.
Donald Trump assicura che gli Stati Uniti «aiuteranno l’italia anche “monetariamente”». Il presidente, rispondendo a una domanda posta dal Corriere della Sera attraverso il pool di giornalisti di turno nel briefing di domenica scorsa, dice di aver «già inviato molte cose in Italia, così come in Spagna e in Germania».
L’ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio, commenta: «Non sono sorpreso, stiamo lavorando con la Casa Bianca da tempo. Ci aspettiamo un gesto importante a breve. Parliamo soprattutto di strutture, attrezzature sanitarie. Queste sono le cose di cui abbiamo urgente bisogno ora. Abbiamo già favorito il contatto tra il Pentagono e il nostro ministero della Difesa che si è tradotto nell’invio di un’unità Erpss». L’ambasciatore fa riferimento all’arrivo in Italia, il 22 marzo scorso, di un «sistema mobile per la stabilizzazione dei pazienti»: 10 posti per assistere fino a 40 malati in 24 ore.
Ieri abbiamo chiesto ulteriori dettagli via mail alla Casa Bianca, al ministero del Tesoro e al Dipartimento di Stato, l’unico ramo dell’amministrazione che ci ha risposto, attraverso un portavoce in questo modo: «La scorsa settimana il Segretario Mike Pompeo ha annunciato un piano da 274 milioni di dollari per l’emergenza sanitaria e umanitaria da destinare ai 64 Paesi del mondo più colpiti dalla pandemia. Il 6 marzo il presidente Trump ha firmato un provvedimento che prevede altri 1,3 miliardi di dollari per aiutare i Paesi a rispondere alla pandemia». Il Dipartimento di Stato, però, non ha replicato a un’ ulteriore richiesta di chiarimento: quante di queste risorse, circa 1 miliardo e mezzo di dollari, andranno all’italia?
A quanto sembra, però, nonostante le parole di Trump, la prossima iniziativa del governo americano non dovrebbe essere di tipo finanziario. Il canale principale di sostegno sarà quello militare, con il Pentagono ancora in campo. Una scelta che risponde anche a esigenze politiche. Dal punto di vista dell’amministrazione Trump, la collaborazione tra i ministeri della Difesa italo-americani sottoligetto nea il legame tra alleati, bilanciando le iniziative umanitarie, qui guardate con sospetto, di Cina e Russia.
In parallelo, comunque, lo stesso ambasciatore Varricchio si è mosso sul fronte privato, raccogliendo donazioni per 17 milioni e 900 mila euro da 55 tra società multinazionali, medie imprese e organizzazioni non profit. Un procondotto in coordinamento con la sede diplomatica americana a Roma e l’american Chamber of Commerce in Italy. I versamenti più consistenti sono, nell’ordine, quelli di: Amazon, 3,5 milioni di euro, di cui 2,5 alla Protezione civile e 1 milione a enti di volontari; Msd (gruppo farmaceutico), 1,5 milioni di euro in macchinari medici al sistema sanitario nazionale; Coca Cola, 1,3 milioni di euro alla Croce Rossa; Bayer, 1 milione agli ospedali lombardi; Novartis, 1 milione alla Protezione civile in Campania; Ely Lilly Italia (farmaci), 1 milione a diversi ospedali; Deloitte, 1 milione alla Protezione civile per acquisto di equipaggiamento medico; Microsoft, 100 mila euro alla Fondazione Francesca Rava del Policlinico di Milano.
È chiaro che bisognerà tenere conto delle difficoltà in cui si trovano gli Stati Uniti. Il Paese si prepara a «un mese infernale», come scrivono i giornali americani. Deborah Birx, la coordinatrice della Task force anti virus, anche ieri ha avvertito in un’intervista alla Nbc: «Pure se faremo tutto più o meno perfettamente, potremo avere comunque fino a 200 mila morti». I positivi al Covid-19 sono arrivati quasi a quota 145 mila e i morti circa 2.500.