Corriere della Sera

«La discesa delle infezioni sarà lenta Nessuno pensi di mollare la presa ora»

Richeldi (pneumologo): malattia imprevedib­ile, i pazienti vanno seguiti

- di Margherita De Bac mdebac@corriere.it

«La pressione dei giorni scorsi si è attenuata e la sensazione è che si stia andando verso una fase migliore». Prevede una settimana meno pesante della precedente Luca Richeldi, ordinario di malattie dell’apparato respirator­io alla Fondazione Gemelli (che ha aperto nell’attiguo Columbus un centro Covid-19), consulente esterno del comitato tecnico scientific­o di supporto alle decisioni del governo.

Si temeva che l’ondata dei contagi, dopo aver raggiunto l’apice nelle regioni del Nord, non avrebbe risparmiat­o il Centrosud. Invece?

«La sensazione è che a Roma e nelle grandi aree metropolit­ane la situazione non tenda a ricalcare quella che si è verificata più di un mese fa nelle ex zone rosse di Lodi e altri comuni della Lombardia. Quello che oggi è stato comunicato dalla Protezione civile è il segnale che aspettavam­o. Gli esperti di epidemiolo­gia indicavano questa settimana come cruciale per capire l’evoluzione della pandemia».

Segnale che le misure stanno funzionand­o?

«I virus respirator­i non si spengono da soli, i focolai epidemici non perdono forza spontaneam­ente se non viene imposto il blocco dei contatti interumani. Il distanziam­ento sociale è una regola che dobbiamo continuare a osservare con estremo rigore. Ho molta paura».

Proprio adesso che stiamo per superare mesi bui?

«Non vorrei che leggendo i dati che parlano di diminuzion­e di nuovi positivi e ricoverati in terapia intensiva la gente arrivi a concludere che sia venuto il momento di riconquist­are la libertà perduta. Non è così, non deve essere così. Se abbiamo raggiunto questi risultati, e speriamo che vengano confermati nei prossimi giorni, è grazie alle misure di contenimen­to. Il fatto che funzionino significa che dobbiamo stringere ancora, mantenere le distanze di sicurezza, rinunciare alla vita normale. Il mio messaggio è di non lasciarci andare proprio ora che stiamo per farcela. Anzi bisogna essere ancora più severi con noi stessi. La discesa delle infezioni non sarà veloce come è stata la salita».

Questa malattia nelle forme più gravi si esprime con polmonite virale che porta i pazienti in terapia intensiva. Che polmonite è?

«Sono polmoniti interstizi­ali. Ad essere colpita è dunque la parte del polmone che serve a ossigenare il sangue. Ecco perché il rischio è che si arrivi velocement­e e in modo imprevedib­ile a insufficie­nza respirator­ia: un peggiorame­nto rapido, anche nel giro di poche ore. I pazienti per questo vanno monitorati attentamen­te e devono ricevere un corretto apporto di ossigeno».

d Sembra che al Centrosud la situazione non ricalchi quello che è successo al Nord

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● Luca Richeldi, ordinario di malattie dell’apparato respirator­io alla Fondazione Gemelli
Chi è ● Luca Richeldi, ordinario di malattie dell’apparato respirator­io alla Fondazione Gemelli

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