«La discesa delle infezioni sarà lenta Nessuno pensi di mollare la presa ora»
Richeldi (pneumologo): malattia imprevedibile, i pazienti vanno seguiti
«La pressione dei giorni scorsi si è attenuata e la sensazione è che si stia andando verso una fase migliore». Prevede una settimana meno pesante della precedente Luca Richeldi, ordinario di malattie dell’apparato respiratorio alla Fondazione Gemelli (che ha aperto nell’attiguo Columbus un centro Covid-19), consulente esterno del comitato tecnico scientifico di supporto alle decisioni del governo.
Si temeva che l’ondata dei contagi, dopo aver raggiunto l’apice nelle regioni del Nord, non avrebbe risparmiato il Centrosud. Invece?
«La sensazione è che a Roma e nelle grandi aree metropolitane la situazione non tenda a ricalcare quella che si è verificata più di un mese fa nelle ex zone rosse di Lodi e altri comuni della Lombardia. Quello che oggi è stato comunicato dalla Protezione civile è il segnale che aspettavamo. Gli esperti di epidemiologia indicavano questa settimana come cruciale per capire l’evoluzione della pandemia».
Segnale che le misure stanno funzionando?
«I virus respiratori non si spengono da soli, i focolai epidemici non perdono forza spontaneamente se non viene imposto il blocco dei contatti interumani. Il distanziamento sociale è una regola che dobbiamo continuare a osservare con estremo rigore. Ho molta paura».
Proprio adesso che stiamo per superare mesi bui?
«Non vorrei che leggendo i dati che parlano di diminuzione di nuovi positivi e ricoverati in terapia intensiva la gente arrivi a concludere che sia venuto il momento di riconquistare la libertà perduta. Non è così, non deve essere così. Se abbiamo raggiunto questi risultati, e speriamo che vengano confermati nei prossimi giorni, è grazie alle misure di contenimento. Il fatto che funzionino significa che dobbiamo stringere ancora, mantenere le distanze di sicurezza, rinunciare alla vita normale. Il mio messaggio è di non lasciarci andare proprio ora che stiamo per farcela. Anzi bisogna essere ancora più severi con noi stessi. La discesa delle infezioni non sarà veloce come è stata la salita».
Questa malattia nelle forme più gravi si esprime con polmonite virale che porta i pazienti in terapia intensiva. Che polmonite è?
«Sono polmoniti interstiziali. Ad essere colpita è dunque la parte del polmone che serve a ossigenare il sangue. Ecco perché il rischio è che si arrivi velocemente e in modo imprevedibile a insufficienza respiratoria: un peggioramento rapido, anche nel giro di poche ore. I pazienti per questo vanno monitorati attentamente e devono ricevere un corretto apporto di ossigeno».
d Sembra che al Centrosud la situazione non ricalchi quello che è successo al Nord