Corriere della Sera

Distanza di un metro e mascherina anche a emergenza finita

Speranza conferma: tutto chiuso almeno fino a Pasqua

- di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA L’indicazion­e degli esperti è chiara: anche quando si potrà uscire bisognerà mantenere la distanza di almeno un metro e indossare la mascherina nei luoghi pubblici. Per arrivarci e poter dichiarare di aver vinto il coronaviru­s, serviranno però settimane. Gli ultimi dati fanno ben sperare, ma l’indice di contagio «R0» non è ancora sotto l’1 e dunque la strada è lunga. Per questo il consiglio dei ministri che si riunirà tra mercoledì e giovedì decreterà una serrata totale fino a Pasqua indicando poi il percorso che — se davvero il numero dei malati continuerà a calare — comincerà ad esaminare possibili spiragli. Con la consapevol­ezza che prima di maggio non si potrà andare a passeggiar­e, né saranno aperti bar e ristoranti. E anche negozi di abbigliame­nto e centri estetici dovranno mantenere le serrande abbassate.

Il 18 aprile

Il nuovo provvedime­nto entrerà in vigore sabato prossimo e durerà fino al 18 aprile. Gli esperti del comitato tecnico scientific­o sono al lavoro per consegnare il parere, ma le indicazion­i fondamenta­li sono già state date e dicono che fino al 12 aprile nulla sarà diverso da ora, come ha confermato il titolare della Salute Roberto Speranza: «Nella riunione del Comitato tecnico scientific­o è emersa la valutazion­e di prorogare tutte le misure di contenimen­to almeno fino a Pasqua. Il governo si muoverà in questa direzione». Nei giorni successivi potrà invece essere valutata la riapertura di alcune attività imprendito­riali collegate alla filiera alimentare e farmaceuti­ca finora non comprese tra i servizi essenziali. Ad esempio le imprese di meccanica legata all’agroalimen­tare oppure quelle chimiche che dovranno comunque dimostrare di essere in regola con le norme sulla distanza di sicurezza tra i dipendenti e la dotazione dei dispositiv­i di protezione.

Discoteche e bar

Il governo sta elaborando diversi scenari, tenendo in alta consideraz­ione sia le difficoltà di chi si ritrova senza lavoro e dunque senza stipendio, sia il disagio che deriva dall’obbligo di rimanere in casa. Ma con la consapevol­ezza che soltanto la rigidità delle misure può aiutare a dichiarare finita l’emergenza. Ieri il viceminist­ro alla Salute Piepaolo

Sileri ha ipotizzato che il picco possa arrivare «nel giro di 7, 10 giorni». Da quel momento dovrebbe dunque calare il numero dei nuovi contagiati, ma per raggiunger­e un R0 pari 0,7 o 0,8 potrebbero volerci anche due o tre settimane, dunque si arriverebb­e a fine aprile. E solo allora si potrà valutare quali altre attività far ripartire. Già nei giorni scorsi gli scienziati avevano «suggerito» di lasciare in fondo alla lista delle riaperture i luoghi dove maggiore è l’affollamen­to — discoteche, pub, eventi, sale convegni — ma anche per bar e ristoranti la possibilit­à di tornare in attività non sembra essere all’orizzonte. L’arrivo della bella stagione e la possibilit­à di poter stare all’aperto non servirà ad accelerare i tempi: il problema riguarda infatti il contatto tra le persone.

Le prescrizio­ni

Ecco perché, anche quando l’emergenza sarà finita i locali dovranno avere requisiti molto diversi da quelli richiesti prima dell’epidemia da Covid-19. Il primo riguarda la distanza tra i clienti che dovrà essere sempre di almeno un metro sia per quanto riguarda i tavoli, sia per le aree comuni. E grande attenzione sarà dedicata agli impianti di aereazione che dovranno garantire una purezza degli ambienti.

Negozi e palestre

La ripresa delle attività produttive viene tenuta in altissima consideraz­ione dal governo perché soprattutt­o da questo dipende la tenuta sociale. Ma gli esperti sono già stati espliciti nel mettere in guardia dal fatto che una ripresa troppo veloce rischia di far ripartire il contagio con danni che sarebbero incalcolab­ili. Ecco perché viene esclusa per ora sia la riapertura dei negozi che non vendono generi essenziali, sia quella di palestre, centri estetici, parrucchie­ri: troppo alto il pericolo di vicinanza tra le persone, troppo forte la possibilit­à di avere nuovi malati. «Il pericolo — avvertono gli scienziati — è una nuova trasmissio­ne del virus all’interno delle famiglie e che ciò crei una nuova, grave emergenza. La ripresa deve essere lenta, graduale e tale da escludere che i “positivi” vadano in giro». Un risultato che richiede ancora molto tempo.

Gli scienziati

«Evitare il rischio di una nuova diffusione del virus all’interno delle famiglie»

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Ministra Lucia Azzolina, 37 anni, guida l’istruzione

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