Fondo salva stati e Bei per gli aiuti all’italia Lite su mille miliardi
Accelera «il lavoro iniziato su un possibile utilizzo» del Fondo salva Stati della zona euro (Mes) e della banca comunitaria Bei per gli aiuti all’italia e agli altri Paesi più colpiti dalla pandemia del coronavirus. Lo ha reso noto il presidente dei 19 ministri finanziari dell’eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, convocando la riunione del 7 aprile per fornire al Consiglio europeo dei 27 capi di Stato di governo «proposte per rafforzare le misure Ue di risposta al Covid-19», che da giorni considerano di aggiungere, agli strumenti esistenti, anche «altre soluzioni innovative» e «politiche per sostenere la ripresa». Nelle aspettative di alcuni governi si dovrebbe arrivare a oltre un trilione di euro (mille miliardi). E il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, ha annunciato per oggi una videoconferenza con Centeno, la presidente francese della Bce Christine Lagarde e la presidente tedesca della Commissione europea Ursula von der Leyen proprio sugli aiuti Ue e su come ammorbidire nel tempo alcune rigide opposizioni a condivisioni del debito con i Coronabond.
I 27 capi di Stato e di governo, nel summit di venerdì scorso, hanno incaricato l’eurogruppo di trovare «entro due settimane» le soluzioni di compromesso per comporre il duro scontro esploso tra i
Paesi «espansivi», guidati da Italia, Spagna, Francia, Portogallo, che chiedono maxi investimenti Ue anti-crisi, e quelli definitisi «frugali», organizzati da Germania, Olanda, Austria, Finlandia, poco disponibili a spendere in iniziative comuni perfino ora che c’è da affrontare un’emergenza sanitaria senza precedenti. Secondo quanto è trapelato da varie capitali, il Fondo salva Stati, che dispone di 410 miliardi, potrebbe arrivare ad almeno 700 miliardi per elevare i prestiti oltre il limite attuale del 2% del Pil nazionale (circa 36 miliardi per l’italia), con estensione dei rimborsi a 30/50 anni e senza le stringenti condizioni applicate in passato alla Grecia. Anche le erogazioni della banca Bei potrebbero salire dagli attuali 20 miliardi ad oltre 200. Entrambi questi organismi, per finanziarsi, emettono già titoli garantiti dai Paesi membri. Quindi basterebbe un accordo sui maggiori importi, senza doversi scontrare sul principio politicamente divisivo dei nuovi coronabond. Potrebbero aumentare anche i fondi Ue anti-crisi gestiti dalla Commissione europea (a un centinaio di miliardi).
Secondo il commissario Ue Paolo Gentiloni «bisogna ancora scommettere che, da parte della Germania si arrivi a una comprensione della situazione nuova». Un «Piano Marshall» con massicci stimoli all’economia è stato proposto da Michel con l’appoggio dei Paesi del Sud e di una maggioranza trasversale nell’europarlamento. Verrebbe integrato da una assicurazione Ue per chi perde il lavoro. Le banche otterrebbero il rinvio dei più stringenti nuovi requisiti di capitale, in modo da incrementare il credito a imprese e famiglie. Una ulteriore spinta dovrebbe arrivare nella definizione del bilancio Ue 2021-2027. Tutto questo si aggiungerebbe alla maxi liquidità già varata dalla Bce, che ha più volte sollecitato impegni aggiuntivi ingenti dei governi. Anche per il Fondo monetario «una profonda recessione europea quest’anno» appare «scontata».
Commissario Gentiloni: bisogna ancora scommettere che Berlino comprenda la nuova situazione