Corriere della Sera

Pieni poteri a Orbán: democrazia sospesa senza limiti di tempo

Coprifuoco militare, carcere fino a cinque anni per chi «diffonde fake news». L’ocse: le misure devono essere proporzion­ate e a termine. L’opposizion­e: dittatura

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

BERLINO Cala il sipario sulla democrazia ungherese. Il Parlamento di Budapest ha approvato oggi una legge che conferisce a Viktor Orbán pieni poteri a tempo indetermin­ato per lottare contro il coronaviru­s. Di fatto, è una delega in bianco al tribuno magiaro a governare senza il controllo dell’orszàggyul­és e i contrappes­i costituzio­nali.

Presentato due settimane fa, il decreto non aveva ottenuto in prima battuta il necessario quorum dell’80%, troppo alto perfino per il Fidesz, il partito di Orbán che dispone di una maggioranz­a di due terzi in Parlamento. Ma la strada era tracciata. Alla seconda votazione il quorum era più basso e il tribuno di Budapest non si è fatto sfuggire l’occasione, sfruttando la paura di fronte alla pandemia per mettere definitiva­mente in quarantena anche la già vacillante democrazia danubiana. «Dovete uscire dalla vostra confortevo­le nicchia — aveva detto Orbán ai deputati dell’opposizion­e con atteggiame­nto di sfida — per qualche tempo dobbiamo organizzar­e le nostre vite in modo diverso. Il potere di controllo del Parlamento è quello della sua maggioranz­a e risolverem­o questa crisi con o senza di voi». Così è stato. Non contento, ieri il premier ha rincarato la dose, accusando senza pudore l’opposizion­e di «stare dalla parte del virus». Prima della votazione, chiusasi con 137 voti a favore e 53 contrari, il ministro per l’amministra­zione

Per i Paesi poveri, la pandemia è un dramma ancora maggiore che per le società più ricche. Ma c’è qualcosa di peggio del coronaviru­s. Per esempio, la risposta avventata di qualche governo. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha deciso, repentinam­ente, di mettere in quarantena tutti, un miliardo e 400 milioni di persone, senza valutarne le conseguenz­e. Un «coprifuoco del popolo» impopolare come mai. Il risultato, in piena luce in queste ore, è un esodo di massa che non ha precedenti in anni recenti. Milioni di migranti poveri, senza più lavoro, hanno abbandonat­o le città, nelle quali vivevano perlopiù negli slum, per tornare ai loro villaggi. A piedi: il blocco dei trasporti pubblici doveva durare una giornata di «prova» ma l’attività non è più ripresa.

Sono lavoratori, in gran parte dell’economia informale, che vengono pagati a giornata o ogni settimana, già ora senza denaro. Ai quali molti proprietar­i di casa (anche negli slum si sta in affitto) si rifiutano di fare credito, ai quali pubblica, Csaba Domotor, ha spiegato che le misure «sono necessarie per prevenire la diffusione della pandemia e un limite di tempo non può essere previsto perché non sappiamo quanto sarà lunga la battaglia che abbiamo di fronte».

L’opposizion­e è insorta. «Lei ci sta chiedendo poteri miliardo e 4oo mila le persone messe in quaranta in India. Tra questi i lavoratori dell’economia informale rimasti senza lavoro speciali senza limiti, un caso che non ha precedenti in Europa. Lei vuole mano libera per eliminare anche ciò che resta della libertà di opinione», ha accusato la deputata di Dialogo per l’ungheria, Timea Szabo. Anche il partito socialista e la Coalizione democratic­a hanno votato contro, non essendo stata accolta la loro richiesta di limitare inizialmen­te a 90 giorni i poteri speciali del premier. «Oggi inizia la dittatura di Orbán», ha detto il deputato socialista Tamas Haranzogo.

Oltre a introdurre il coprifuoco militare, la legge stabilisce pene detentive fino a 5 anni per chi ostacola gli sforzi per contenere la diffusione È il nome del parlamento ungherese che ha approvato la legge speciale richiesta dal presidente Viktor Orbán (nella foto). È composta da 199 membri, eletti ogni quattro anni. Per poter accedervi i Partiti devono superare la soglia del 5%.

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