Cooperative e Covid «Noi che resistiamo»
Intensificati gli aiuti agli anziani soli e bisognosi e ai senzatetto Le iniziative nate per il sostegno di malati dimessi e personale sanitario
Cosa sono
● Cooperativa Sociale è una particolare forma di Cooperativa finalizzata alla realizzazione di servizi alla persona (tipo A) o ad inserire nel lavoro soggetti svantaggiati (tipo B). Sono imprese sociali
● Sono attive nei servizi sociali, sociosanitari ed educativi, d’istruzione e formazione professionale, formazione extrascolastica. Oppure hanno attività agricole, industriali, commerciali o di servizi
Aiutare i più fragili tra i fragili: è questa la ragione che da sempre guida il Terzo settore. Ma come fare quando un evento sconvolgente come il coronavirus blocca le attività e fa venire meno introiti e fonti di finanziamento? Nell’emergenza, cooperative e imprese sociali sono state chiamate a dare ancora di più: fantasia e competenza sono il binomio perfetto per attenuare i contraccolpi della crisi.
Dare da mangiare
Riconversione è stata la parola d’ordine scelta dalle cooperative sociali del Consorzio Farsi Prossimo, nato nel 1998 e promosso da Caritas Ambrosiana. «Offriamo aiuto a famiglie e persone che vivono varie forme di disagio, principalmente nel territorio della Diocesi di Milano», racconta il direttore generale Andrea Malgrati. «Nell’emergenza, con l’aiuto del Comune, stiamo adattando e ripensando ad esempio il nostro servizio di consegna a domicilio della spesa Due mani in più — in collaborazione con Coop Lombardia — da sempre importante occasione di monitoraggio attivo dei bisogni».
L’idea è quella di raggiungere fasce ancora più deboli: «È in fase di avvio un servizio per over 70enni, adulti con disabilità e per chi, anche temporaneamente, non può provvedervi in autonomia», aggiunge, sottolineando l’importanza di «dotare gli operatori di dispositivi di protezione».
Un tetto sopra la testa
Un’altra fragilità è quella rappresentata dalle oltre 55mila persone che in Italia non possono attuare una delle direttive principali dell’emergenza
Covid-19: rimanere a casa. Perché una casa non ce l’hanno. Una risposta è arrivata dal dormitorio cittadino di via del Galgario, nel cuore di Bergamo: «Alla tradizionale accoglienza serale abbiamo affiancato un’attività diurna, aprendo la struttura 24 ore su 24, e grazie a Caritas offriamo ai nostri ospiti i pasti e sosteniamo le spese dell’accoglienza», spiega Omar Piazza, responsabile del «settore Adulti» della cooperativa Il Pugno Aperto e vicepresidente Confcooperative di Bergamo.
Sono stati poi individuati un luogo dedicato alle donne e un’infermeria per quanti sono trovate articoli e video sulle cronache di quotidiana resilienza dimessi dall’ospedale. Il rispetto della sicurezza è la prima cosa: «A ogni ingresso rileviamo la temperatura degli utenti, mentre la Croce Rossa ci aiuta a raccontare quanto sta accadendo». Certo, «una convivenza prolungata può generare tensioni, ma sono state tante le sorprese positive: gli ospiti si sono presi cura della struttura, qualcuno ci ha chiesto un tappetino per pregare. E ora che entrano solo gli operatori, una volontaria ci ha cucito delle mascherine».
Da scarto a valore
Il recupero di apparecchiature e ausili medicali è la principale attività svolta da Medicus Mundi Attrezzature, realtà della rete di cooperative CAUTO che opera nella provincia di Brescia. «Da sempre contrastiamo la cultura dello scarto allungando il ciclo di vita di oggetti dismessi e considerati obsoleti nel nord del mondo. È stato quindi naturale rispondere all’emergenza, prestando a titolo gratuito alcune strumentazioni agli ospedali del nostro territorio in estrema difficoltà», racconta il direttore generale Michele Pasinetti. E così, quelli che fino a un mese fa erano quattro «vecchi» ventilatori