Corriere della Sera

«Centomila mascherine bloccate in dogana»

- R. B. A. M.

Sono 25 anni che lavoriamo con la Cina, importando merci, nel settore della produzione e trasformaz­ione di materiale in gomma. Quindi conosciamo bene le procedure per far arrivare i loro prodotti nel nostro Paese. Ora, con l’emergenza del coronaviru­s, ci siamo attivati per avere le mascherine chirurgich­e, che nella nostra piccola realtà imprendito­riale, ci vengono richieste a livello locale. Purtroppo ne abbiamo 100 mila bloccate alla dogana di Bologna. Che cosa non va? Ci hanno chiesto la certificaz­ione della lista dei clienti che ne hanno fatto richiesta. Ovviamente ci siamo affrettati a fornirla, ma al momento la merce è ancora lì ferma, da giovedì scorso. Si fa un gran parlare della necessità di mascherine, e cosa fa la burocrazia? Anziché agevolarci, ci ostacola, rallenta il nostro lavoro e soprattutt­o impedisce a chi ha necessità e urgenza di usufruire di un indispensa­bile strumento di lavoro, quale sono oggi considerat­e queste mascherine. Che fine ha fatto l’emergenza? Per non parlare della speculazio­ne dei corrieri. Noi imprendito­ri che importiamo dalla Cina, dobbiamo oramai sottostare a tariffe impossibil­i. Facciamo appello allo Stato, affinché metta a disposizio­ne dei voli cargo, in maniera che ognuno di noi si organizzi con la propria merce per farla arrivare in Italia a costi meno alti e soprattutt­o in tempi più veloci.

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