Corriere della Sera

Impresa è cultura (e la nostra forza). Perciò dico sì al Fondo

Il presidente di Museimpres­a sostiene la proposta, nata sulle pagine del «Corriere», di proteggere il patrimonio: «Un valore identitari­o la sintesi tra fare e sapere»

- Di Antonio Calabrò

«Gli italiani, abituati fin dal Medio Evo a produrre, all’ombra dei campanili, cose belle che piacciono al mondo». In questa sintesi perfetta Carlo Maria Cipolla, uno dei maggiori storici europei dell’economia, ha raccontato le caratteris­tiche principali della nostra impresa: le radici, il legame con i territori, la forza distintiva della bellezza e della qualità della manifattur­a, la vocazione internazio­nale. Cultura d’impresa, dunque, come chiave competitiv­a.

Una cultura politecnic­a, sofisticat­a e popolare, che sa legare le conoscenze umanistich­e con quelle della scienza, Leon Battista Alberti e Leonardo, le scoperte di Galileo e la ragione illuminist­a dei Verri e di Beccaria nella Milano che si prepara all’industria, l’avanguardi­a artistica di Boccioni nella Città che sale e prefigura l’urbanistic­a e l’edilizia della metropoli (con il protagonis­mo di Gio Ponti con il Grattaciel­o Pirelli, simbolo del boom economico, giusto sessant’anni fa) e la chimica del premio Nobel Giulio Natta, che trasforma l’indu

Investimen­ti

Servono cultura e scienza per progettare il futuro

stria italiana con dimensioni mondiali. I teatri e la musica, sostenuti da parecchi imprendito­ri come mecenati. La cultura dell’olivetti di Adriano, design e tecnologia. E quella d’una lunga serie di altre imprese che, appunto sulla qualità e l’estetica originale, continuano a fondare la propria capacità di «fare, e fare bene» e dominare così le nicchie a maggior valore aggiunto sui mercati del mondo. Non avremmo, insomma, sviluppo economico se le nostre imprese non fossero connotate da una robusta base culturale. La chiave dell’innovazion­e sta non tanto in un binomio «impresa e cultura» ma in una sintesi, «impresa è cultura». La nostra vera forza.

Museimpres­a concorda, dunque, con la proposta, lanciata sul «Corriere della Sera» da Pierluigi Battista, d’un Fondo d’investimen­to per proteggere il patrimonio culturale. E condivide molte delle consideraz­ioni avanzate sul tema da Federcultu­re.

Museimpres­a, nata per iniziativa di Assolombar­da e Confindust­ria, forte di oltre novanta iscritti tra musei e archivi storici d’imprese sia grandi (Leonardo, Ferrovie, Poste, Pirelli, Generali, Banca Intesa, Barilla, Touring Club, Fondazione Corriere della Sera, etc.) che medie e piccole, lavora sulla custodia della memoria come leva di consapevol­ezza storica e di rilancio dei valori delle imprese come attori so

Interventi

● La proposta di un Fondo d’investimen­to per proteggere il patrimonio culturale dalle conseguenz­e dall’emergenza Covid-19 è stata avanzata sul «Corriere» del 26 marzo da Pierluigi Battista. Sono seguiti vari interventi, tutti pubblicati su corriere.it ciali responsabi­li. E nella nostra identità c’è la consapevol­ezza del legame forte tra il patrimonio culturale e l’attitudine a costruire, appunto nelle imprese, lavoro, benessere, inclusione sociale. Cultura, cambiament­o, solidariet­à, in un orizzonte condiviso di sviluppo sostenibil­e, ambientale e sociale. Investire e valorizzar­e la cultura, la scienza, la ricerca, l’intraprend­enza e la loro rappresent­azione, soprattutt­o in tempi così dolorosi di crisi, è la via fondamenta­le per ricomincia­re a vivere e a crescere, progettand­o un futuro con maggiore e migliore equilibrio.

L’autore è presidente di Museimpres­a

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