Corriere della Sera

«Virus, ora siamo al picco»

L’istituto superiore di sanità: verso la discesa. Cartabia (Consulta) positiva al test

- Mariolina Iossa

L’Italia ha raggiunto «il picco dei contagi». E in Lombardia arriva un’app per mappare le persone. Intanto (nella foto) gli Usa rispondono all’emergenza con un ospedale da campo in Central Park a New York.

L’ospedale da campo a Central Park

Non avremo un picco, ma abbiamo già il «plateau». Ci siamo arrivati ieri. Il presidente dell’istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro l’ha spiegato così: «Dire che siamo arrivati al plateau vuol dire che siamo arrivati al picco, ma il picco non è una punta, è un pianoro da cui ora dobbiamo scendere».

Scenderemo solo se siamo cauti, ha proseguito Brusaferro, «e continuiam­o con il distanziam­ento sociale perché anche dal pianoro l’epidemia può ripartire. Non mollare sulle misure di contenimen­to è ancora più doveroso oggi».

Il «pianoro» è comunque un’ottima notizia. Spiegato in termini epidemiolo­gici, vuol dire che siamo vicini al valore 1 dell’indice di trasmissio­ne del virus, il cosiddetto R con zero, che sta ad indicare che una persona che ha contratto il virus può contagiarn­e una soltanto e non tra 2 e 3, come era all’inizio dell’epidemia.

Indice 1 non basta per tornare a valle, però, dice ancora Brusaferro, «dobbiamo arrivare ad un valore inferiore, intorno allo 0,5. Quando ci saremo arrivati dobbiamo mantenere nel tempo questo valore. Per raggiunger­e il valore zero contagi — ha concluso — ci vorranno mesi».

Le misure restrittiv­e restano quindi la discrimina­nte dei risultati che stiamo finalmente cominciand­o a vedere. Sui nuovi contagi, per esempio: ieri la percentual­e di crescita dell’infezione, «faro» dell’interpreta­zione dei dati, è scesa ancora, siamo al 4%, lunedì era al 4,1. I nuovi positivi sono stati 4.053, lunedì erano 4.050. I malati attuali sono 77.635 (+2107, +2,8 in percentual­e), ricoverati con sintomi 28.192, in terapia intensiva 4.023 (42 in più, lunedì erano stati 71) mentre 45.420 sono a casa con sintomi lievi.

Il risultato di tutto questo sta nel rallentame­nto di arrivi al pronto soccorso e di ricoveri in terapia intensiva, con gran vantaggio per il sistema sanitario, che è meno «stressato», soprattutt­o in Lombardia, dove il calo dei nuovi contagi (1.047 in più ieri, +2,5%) abbassa la media nazionale, e dove ieri per la prima volta è comparso il segno «meno» davanti al numero delle terapie intensive: sono ricoverati 1.324 malati, lunedì erano 1.330, si sono quindi liberati 6 posti in tutta la regione.

«È un dato di speranza», dice l’assessore regionale lombardo al Welfare Giulio Gallera. E per l’epidemiolo­go Guido Bertolini dell’istituto Mario Negri di Bergamo, uno degli esperti dell’unità di crisi della Regione, «in Lombardia il picco è superato ormai ovunque».

Purtroppo anche ieri i morti sono stati tanti: in tutto il Paese 837, 12.428 totali dall’inizio dell’epidemia. Roberto Bernabei, geriatra del Policlinic­o Gemelli e membro del Comitato tecnico scientific­o, ha confermato che «l’età media delle vittime è di 79 anni, il 70% uomini e il 30% donne, le donne sono più forti. Il 52% aveva tre patologie, il 25% due patologie, il 21% 1 patologia. Solo il 2% erano sane». Nelle residenze per anziani ci sono molti positivi, e 1.850 persone sono decedute: «Gli anziani in queste strutture sono i più fragili».

Per l’istituto Mario Negri il punto critico è stato superato in tutte le province lombarde

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy