Positiva al virus la presidente Marta Cartabia «È isolata in casa, si sente bene»
Da una settimana era rientrata a Milano, dopo l’ultima camera di consiglio svolta al palazzo della Consulta secondo le modalità anticontagio: riunioni nella sala conferenze del quinto piano, più ampia e in grado di garantire le distanze di sicurezza, riadattata con i vecchi arredi utilizzati più di quarant’anni fa per il processo Lockheed, con gran parte dei giudici collegati dalle rispettive abitazioni e un paio, presenti in sede, in videoconferenza dal proprio studio.
Tornata nella sua città martedì scorso, la presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia ha continuato a lavorare da casa con computer e telefono, finché non sono comparsi malori e sintomi tipici dell’influenza. Ma in tempi di emergenza da coronavirus, e considerata la quantità di impegni e incontri proseguiti seppure a ritmo ridotto, per la quarta carica dello Stato s’è deciso di procedere subito con il tampone. Risultato positivo.
«Al momento, la presidente è in buone condizioni generali — ha comunicato ieri sera l’ufficio stampa della Consulta — e si trova in isolamento nella sua abitazione a Milano, da dove continuerà a seguire i lavori e l’attività della Corte, secondo la programmazione prevista, attraverso i sistemi telematici già predisposti». Ovviamente con i tempi compatibili con lo stato di salute, ma ancora ieri Cartabia, che tra un mese e mezzo compirà 57 anni, ha lavorato regolarmente. E continuerà a farlo secondo i criteri che la Corte si era data per non fermarsi durante la pandemia.
Già la scorsa settimana, prima che la presidente rientrasse a Milano, si era deciso di rinviare tutte le udienze pubbliche a nuovo ruolo, «salvo richiesta delle parti di decidere in base agli atti depositati», rinunciare alla discussione orale. E salvo i «casi di eccezionale gravità e urgenza per i quali la presidente, sentito il Collegio, ravvisi la necessità di trattazione immediata in udienza pubblica», da svolgersi sempre rispettando le «esigenze di sicurezza e di prevenzione».
Per il resto dei lavori, camere di consiglio e riunioni, vale il collegamento telematico. In attesa di «intensificare le adunanze subito dopo la fine dell’emergenza, all’occorrenza anche nel periodo estivo, per recuperare le sessioni pubbliche che non si sono potute svolgere», come annunciato dalla stessa Cartabia.