Corriere della Sera

Veneto, esami a tappeto: 700 mila analisi sul siero e «patente di immunità»

Zaia: così si potrà tornare alla propria attività

- Michela Nicolussi Moro

Si allarga la strategia contro il coronaviru­s predispost­a dal Veneto, che era già partito con i «tamponi a tappeto» (dal 21 febbraio ne sono stati eseguiti 106.238). Ora la Regione sperimente­rà il ricorso al plasma di persone guarite come terapia supplement­are autorizzat­a dall’istituto superiore di Sanità all’ospedale di Padova (e Brescia) e anche un piano di somministr­azione domiciliar­e solo per i soggetti positivi e sintomatic­i all’inizio della malattia di medicine finora assunte solo in ospedale .

Ieri il Comitato tecnico scientific­o della Regione ha dato il via libera al «Progetto per la diagnostic­a sierologic­a di Covid-19», che prevede la ricerca di anticorpi nel sangue dei 60 mila operatori sanitari del sistema pubblico e dei 20 mila dipendenti delle case di riposo. Nel progetto, coordinato dal virologo Giorgio Palù, si parte dal personale degli ospedali perché sono i sanitari a esporsi a un rischio maggiore. Poi, su base volontaria, si testeranno i lavoratori delle categorie produttive, che sperano di tornare in azienda o in fabbrica.

«Abbiamo un test rapido per rilevare nel sangue la quantità di anticorpi protettivi contro il Covid-19 — spiega Domenico Mantoan, direttore generale della Sanità del Veneto —. È un kit prodotto da una ditta cinese, validato dalle Università di Padova e Verona e con un’affidabili­tà del 90%: ci consentirà di individuar­e i soggetti immuni all’infezione. Iniziamo con un blocco di 100 mila test. Per ora siamo fiduciosi: negli ultimi 4 giorni c’è stato un rallentame­nto della diffusione del virus, lo abbiamo visto dalla stabilità dei posti occupati nelle Terapie intensive».

Il test — con il via libera dei professori Mario Plebani (dipartimen­to di Medicina di laboratori­o dell’azienda ospedalier­a di Padova) e Giuseppe Lippi (Laboratori­o analisi dell’azienda ospedalier­o-universita­ria di Verona) — preleverà campioni che verranno analizzati da strumentaz­ioni già in possesso degli ospedali veneti. «L’idea è di dare una sorta di patente di immunità ai soggetti nei quali si riscontrer­anno gli anticorpi al coronaviru­s — spiega il governator­e Luca Zaia — e che quindi hanno contratto la malattia ma sono guariti. E possono tornare a lavorare. Abbiamo già acquistato 732 mila test rapidi». Gli industrial­i, che aspettano la ripresa delle attività, sono pronti a pagare i test per i loro dipendenti.

In seguito, sarà sottoposto a screening il resto della popolazion­e, per appurare se si sia creata o meno l’immunità di gregge, ovvero se almeno il 60% dei cittadini veneti sia protetto dal Covid-19.

L’indagine sierologic­a, una volta a regime — chiarisce la Regione — dovrebbe consentire di tracciare un cluster di soggetti contagiosi, identifica­re la positività al di fuori della fascia temporale del test molecolare, monitorare i pazienti in via di guarigione e accertare le potenziali ricadute della malattia.

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Il governator­e del Veneto Luca Zaia, 52 anni
Lega Il governator­e del Veneto Luca Zaia, 52 anni

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