La moneta cattiva scaccia quella buona Anche su Internet
Fu il premio Nobel, Milton Friedman, a codificare quella che sembrava una battuta e invece è una fondamentale legge dell’economia digitale: non ci sono pasti gratis. Bisognerebbe ricordarlo oggi mentre pretendiamo gratuitamente contenuti sempre aggiornati e scientificamente ineccepibili sull’emergenza del coronavirus e nel frattempo con la mano sinistra sul mouse facciamo incetta di software a costo zero come Zoom per lavorare o passare il tempo. Se vogliamo la notizia che negli Stati Uniti abbiano fatto causa proprio a Zoom per aver fornito i dati dei propri utenti a Facebook è solo l’ennesima riprova. Ma c’è un’altra legge economica molto importante che, incrociata alla prima, ci dovrebbe allarmare ancora di più: la moneta cattiva scaccia quella buona. Si tratta di una secolare verità empirica secondo la quale la circolazione di monete d’oro o d’argento con una caratura inferiore spingeva le persone che avevano del denaro «buono» a tenerlo chiuso nei propri cassetti (anche perché le persone limavano il bordo delle monete d’oro tanto che andavano pesate spesso). Così quello che risultava passare di mano in mano era solo quello «cattivo».
Facebook è un ottimo esempio di come non sia stato il social network migliore ma quello più efficace con la pubblicità ad emergere nella competizione tra le specie. Se vogliamo sfruttare, tutti chiusi in casa davanti ai nostri computer e smartphone, la più grande esercitazione di massa sulla digitalizzazione per fare dei passi avanti dobbiamo ricordare che andare su Zoom per rifare ciò che avremmo fatto dal vivo — un intervento, una lezione, una riunione — ricorda molto da vicino la trasformazione in pdf dei documenti cartacei. Dovremmo sviluppare una cultura nativa per ognuna di queste attività nel passaggio dal fisico al digitale, cambiare format, modelli, interazioni. Ma per farlo abbiamo anche bisogno di pensare a una nuova economia che non sia quella del tutto gratis o a prezzi ridotti, un processo che peraltro ha il brutto difetto di portarsi dietro una deflazione digitale nella formula ma fin troppo concreta per quanto riguarda gli effetti sulla ricchezza personale. Questo aiuterebbe anche a frenare un’altra tentazione pericolosa, quella di una supposta decrescita felice come vorrebbero molti futurologi improvvisati.