Matilde Gioli: brava ragazza sul set ma mi sento più outsider
Vestire il camice, per Matilde Gioli — protagonista con Luca Argentero della serie dai grandi ascolti Doc - Nelle tue mani, in onda il giovedì su Rai1 — è stato realizzare un sogno: «Volevo diventare medico, ho fatto anche il test per l’università ma non l’ho passato. Volevo studiare le neuroscienze, mi spiace non aver approfondito», spiega lei che oggi si ritrova ad essere tra le attrici più apprezzate quasi per caso: «Nel 2013, Virzì mi ha scelta dal nulla per Il capitale umano. Non avevo studi alle spalle: mi sono affidata al mio istinto. Solo che da allora è il mio tratto». Ma la passione per la medicina non l’ha mai abbandonata: «Seguo i blog, guardo su Youtube i video delle operazioni e non mi dà fastidio quando faccio gli esami del sangue, anzi, osservo l’ago che entra nella vena e vorrei saperlo fare. Quando, sul set di questa serie, ho dovuto fare un massaggio cardiaco o altre operazioni simili, per me è stata una grande emozione». Questo è il suo debutto nella lunga serialità: «Mi è servito, mi ha dato una routine, disciplina. Con Luca ci siamo trovati benissimo: ci accomuna il non aver pianificato di fare questo lavoro». Il suo «recitare di pancia» ha creato in passato qualche perplessità: «Ai provini a volte la mia naturalezza piace, altre serve più tecnica e mi è stato detto. Ma non la vivo male, è andata così: imparo con la pratica». I trent’anni compiuti da poco li ha avvertiti: «Ho scollinato, sono grande. Se prima mi aprivo con le persone, ora so che quasi a nessuno interessa veramente di te. Ho scremato le frequentazioni», sorride. Interpreta spesso giovani donne della buona borghesia: un caso? «Avverto di essere indirizzata verso ruoli da ragazza pulita. Ma so che potrei dare tantissimo in altre vesti: ho un animo più da outsider, con più ombre. Spesso sul set sono anche una figlia: purtroppo con mio papà non posso esserlo più, ma non ho mai vissuto male dover chiamare così un altro. Ho avuto dei papà deliziosi anche sullo schermo: Diego Abatantuono, che adoro, Bentivoglio, Boni e ora Marco Giallini (nel film Per il tuo bene)». Talento e bellezza. Ma lei, sul suo aspetto non ha mai contato: «Sono autocritica. In più penso non sia un merito o una cosa che voglio coltivare». Le donne, nel suo lavoro, faticano più degli uomini? «I ruoli più belli quasi sempre vanno agli uomini, sì. Ma non sono fan di quei movimenti fanatici nati dopo il Metoo: sembra che di colpo le donne si siano rese conto dei loro diritti anziché esserne già consapevoli».