Corriere della Sera

Io e le mie 49 «bimbe» Guidarle, pura felicità

Il collezioni­sta Mancini e la passione per l’iconica MX-5

- Di Sara Gandolfi

Èstato amore a prima vista. «La scoprii sui giornali in anteprima nell’89 e poi dal vivo l’anno successivo». Ai tempi, lo studente universita­rio Andrea Mancini non poteva però permetters­i di sborsare 31 milioni di lire per quell’auto fresca di produzione, e così bella. «Allora, ho aspettato», racconta. La laurea, i primi lavori, l’impiego in una concession­aria Ford. Dove un giorno, entra una ragazza e chiede di permutare la sua Mazda MX-5 usata con una Ka nuova. «Non mi è sembrato vero, e ovviamente l’ho comprata. Ricordo bene quel primo viaggio a cappotta scoperta da Viale Marconi a Roma fino ad Anzio. Il vento, il sole, la felicità….». È iniziata così la «sana» passione di quest’uomo per il modello più iconico della Casa giapponese. Oggi, di MX-5, ne possiede 49 e ancora non si è stancato di acquistarn­e.

La sua collezione, unica al mondo, si trova in un grande e antico casale in Umbria, nei dintorni di Todi, trasformat­o in un bed&breakfast altrettant­o singolare: a Miataland, dal «soprannome» della Mazda MX-5, gli ospiti hanno

Nel garage

Andrea Mancini con le sue MX-5 che tiene in un casale umbro

ogni giorno a disposizio­ne una delle sue spider per girare le bellissime campagne circostant­i. In un enorme capannone sono parcheggia­te una accanto all’altra tutte le sue «bimbe». Inutile chiedergli qual è la più bella, «è come domandare a un padre qual è il figlio preferito». Ognuna ha qualcosa di speciale. La seconda serie Miracle, molto limitata, comprata dando in permuta la prima («mi sono talmente dispiaciut­o di quella vendita, che mi sono ripromesso di non farlo più»). Le prime serie inglesi comprate all’asta su ebay, con la guida a destra. La rarissima M2-1002,

«ne hanno prodotte solo trecento, oggi ne saranno rimaste in giro meno di cento».

Andrea Mancini ha compiuto 50 anni, ora è direttore vendite per l’italia di Jaguar Italia, ma il suo cuore resta impegnato con quella roadster Mazda, la sportiva a due posti più venduta nel mondo. Un’auto (quasi) per tutti che entusiasma il pilota quanto una supercar di lusso. Il segreto? «Dà un feeling unico in termini di guida. Fa quello che pensi. Non ha filtri. Io mi sento come il cavaliere con il suo cavallo. Il volante ti dà la sensazione di mettere le mani sulle gomme, il cambio è un joystick. Curva bene, frena bene, è leggerissi­ma. Insomma, un’alchimia pazzesca - assicura -. Tante auto hanno eccellenti doti di guida ma a velocità molto alte, la MX-5 di dà quel piacere anche quando vai più piano. Ai miei ospiti basta un giro e hanno il sorriso stampato in faccia».

L’annata migliore? «Forse la prima serie, con i fari a scomparsa “pop up”, tipici delle macchine anni Ottanta, che poi sono stati messi fuori legge per problemi in caso di impatto con i pedoni. Probabilme­nte, è la più iconica», risponde Mancini. Si immagina una MX-5 elettrica? «No. Spero di no. Tutto il resto del parco auto si potrà spostare sull’elettrico, però questa non è l’auto di tutti i giorni, si prende ogni tanto e deve mantenere il suo Dna. Io ho tantissime MX-5, ma so di inquinare molto poco perché le accendo poco». Il valore della sua collezione è segreto: «Per conoscerlo, dovrei venderle e spero di non doverlo fare mai», conclude con un sorriso. Basti pensare che una prima serie oscilla tra i 7 e i 10mila euro. Le serie più rare, come la M21002, arrivano a 50.000 e oltre.

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