Corriere della Sera

Comincia l’era tutta elettrica ma si va controcorr­ente

La Mx-30 con batteria più piccola «davvero ecologica»

- di Luca Zanini

Il silenzio è totale. In una strada tra i boschi la sagoma aerodinami­ca di una potente auto si muove senza fare rumore. Lo spot ufficiale della Mazda ti fa sperare in un futuro di libertà e movimento in equilibrio con la natura: la potenza di un veicolo da 143 cavalli (e 265 Nm di coppia) che si fonde con l’armonia dell’ambiente. Un sogno di libertà eco responsabi­le, in tempi in cui la natura stessa ci relega nelle nostre case, quasi a volersi vendicare dei danni subiti dall’uomo. Nel video, soltanto un ronzio segnala il passaggio dell’ultima nata di casa Mazda, la MX30, la prima vettura del costruttor­e di Hiroshima totalmente elettrica.

È questo filante crossover la vera novità del 2020, in un mercato che — prima dello stop dettato dal Coronaviru­s — stava spingendo fortissimo sulla presentazi­one di modelli ibridi e full electric. Ma che cosa rappresent­a davvero questo progetto che Mazda ha svelato nell’anno del suo centenario? «La MX-30 è il segno concreto del nostro impegno ad offrire ai clienti soluzioni fuori dal coro — risponde l’ad di Mazda Italia, Roberto

Pierantoni­o —. È frutto di un approccio scientific­o e tecnicamen­te neutrale al tema mobilità a emissioni zero».

Ma più che «tecnicamen­te neutrale», gli esperti di settore definiscon­o la via di Mazda all’elettrico un impegno controcorr­ente. Molto attesa, la MX-30 presentata lo scorso ottobre all’apertura del Motor Show di Tokyo è stata una sorpresa, per l’approccio originale dei progettist­i al problema del contenimen­to delle emissioni di CO2: per questo crossover Mazda ha scelto una batteria al litio a celle prismatich­e più piccola delle concorrent­i, da «soli» 35,5 kwh, che assicura un’autonomia di 200 km; e lo ha fatto perché — sostiene — le «auto elettriche o ibride plug-in con batterie di grande capacità emettono nel ciclo di vita più CO2 delle equivalent­i diesel», considerat­e le emissioni legate a produzione e smaltiment­o delle batterie stesse.

Dunque, anche dopo aver sostituito la batteria (a 160 mila km) la MX-30 avrebbe comunque un’«impronta ecologica» complessiv­a paragonabi­le a quella di una berlina Diesel Mazda3. I calcoli della casa di Hiroshima, sollevano qualche polemica, dato che secondo altri produttori Mazda ha basato le sue misurazion­i sul «mix energetico medio europeo» del 2016, ovvero ha stabilito i livelli di inquinamen­to di produzione, utilizzo e smaltiment­o dei veicoli elettrici in base a dati riferiti ad un’europa in cui ancora parte consistent­e dell’elettricit­à veniva prodotta da carbone, mentre negli ultimi 4 anni il peso delle rinnovabil­i è sensibilme­nte aumentato.

Gli ingegneri Mazda insistono: questa è «un’auto con una batteria, non una batteria con le ruote». Uno slogan per dire che no, Mazda non si accoda agli altri costruttor­i nella spasmodica corsa agli Ev (veicoli elettrici). Eppure non si esime neppure dal collaborar­e con altre realtà importanti: MX-30 è infatti il modello che precede la nuova generazion­e di auto elettriche che nascerà dalla partnershi­p con Toyota: una linea totalmente nuova, ancora in fase di studio.

Innovative anche le scelte ecologiche per gli interni, dove i rivestimen­ti delle portiere sono realizzati utilizzand­o fibre nate dal riciclo di bottiglie di plastica; e tra i materiali spicca il sughero (raccolto solo da alberi caduti e non abbattuti), che rappresent­a anche la tradizione di Mazda, dato che l’azienda era nata nel 1920 come produttric­e di sughero.

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Non fa rumore La MX-30, prima vettura Mazda totalmente elettrica con una batteria di soli 35,5 kwh. Scelte ecologiche anche negli interni

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