Conte e la squadra disposti a ridiscutere gli stipendi con l’inter
Non c’è accordo tra Lega e Aic sul congelamento degli ingaggi. Oggi vertice all’uefa sui futuri calendari
L’inter si muove. Antonio Conte e la squadra hanno dato la loro disponibilità alla società per ridursi o sospendere lo stipendio. Un segnale forte nel pieno dell’emergenza coronavirus accolto con favore dal club. L’allenatore, il capitano Samir Handanovic e lo staff tecnico, nei giorni scorsi hanno discusso con i dirigenti di questa possibilità. Allo stato non si è stabilito né l’entità di un eventuale taglio né i tempi. Lo si farà più avanti, quando si capirà se si tornerà a giocare oppure no.
Una vera sforbiciata agli stipendi l’ha data lo spogliatoio del Barcellona, rinunciando al 70 per cento fino a fine giugno. La mossa dei nerazzurri è un’apertura comunque importante in un periodo in cui in Lega Calcio si sta proprio discutendo della sospensione delle retribuzioni. La Juventus è stata la prima squadra italiana a trovare un accordo, soprattutto per quel che riguarda il pagamento degli ingaggi di questa stagione che saranno in parte spalmati sul bilancio del prossimo anno. L’inter per il 2019-2020 ha messo a bilancio circa 150 milioni di stipendi tra squadra e staff tecnici, perché non c’è solo Conte ma anche Spalletti. Parlare oggi di percentuali sarebbe scorretto, prima bisognerà capire se il campionato può davvero ripartire e finire. L’inter in questo senso non ha pregiudizi, ma è disponibile a giocare solo se ci saranno ampie rassicurazioni dal punto di vista sanitario.
Il tema stipendi però è caldissimo in Lega, dove ieri c’è stata una fumata grigia tra i club e l’associazione calciatori. Non si riesce a trovare un’intesa sulla sospensione del pagamento degli ingaggi. La Lega chiede di congelare i versamenti per quattro mesi, da marzo a giugno, i giocatori soltanto per uno. Si continuerà a discutere nella speranza di trovare un accordo entro la fine di questa settimana.
Oggi intanto è in programma una riunione della Uefa con i segretari generali delle 55 federazioni per fare il punto sui calendari e sui futuri scenari economici.
Il presidente della Figc Gravina è convinto che «sugli stipendi tutti devono concorrere», mentre ha varie idee sul campionato. «Non ho perso la speranza di tornare in campo, se non succedesse stiamo studiando diverse opzioni. Prima di decidere faremo una valutazione che tenga presente il minor rischio di conflittualità all’interno del mondo del calcio». Più facile a dirsi che a farsi, visti i precedenti.