Le tre spine di Palazzo Chigi
L’assedio al premier Giuseppe Conte si inasprisce, muovendo da tre lati. Primo lato: l’accerchiamento parlamentare e solitario della Lega. Secondo: le Regioni guidate dalla destra, con un pericoloso «fai da te» contro le restrizioni anticontagio, anche per colpa delle indicazioni confuse di Palazzo Chigi. Terzo: l’iv che dal governo minaccia la crisi.
Difficile dire se la somma di queste offensive sia destinata a travolgere la maggioranza, o solo a segnalare l’impotenza di chi le ha innescate. Di certo, dovrebbe consigliare al premier meno sbavature nella comunicazione di misure che limitano le libertà; e che l’opinione pubblica è disposta a rispettare se sono chiare e non creano sospetti di allarmismo. L’impressione è che l’offensiva degli avversari tenti di convogliare un malessere diffuso; di sfruttare la tendenza del premier al protagonismo; e di dare voce alla spinta comprensibile a promuovere una ripartenza del Paese, sul piano economico e della vita sociale. Ma la traduzione di questa animosità trasversale in una maggioranza alternativa a quella tra M5S, Pd, Leu e la stessa Iv, per ora appare velleitaria. La puntualità e la ripetitività degli attacchi di Salvini e Renzi sono così prevedibili da accreditarli come due re Mida alla rovescia: a differenza del monarca leggendario che trasformava tutto in oro, finiscono per fare apparire strumentali e «populiste» anche critiche pertinenti. È probabile che la loro sortita ambisca a rappresentare l’impazienza di un mondo produttivo e di settori della società sfibrati da queste settimane di blocco.
Forse vorrebbero presentarsi come avanguardie di equilibri che prima o poi emergeranno. Il momento scelto per uscire allo scoperto, tuttavia, sottolinea un’ostilità, non una proposta di governo. Si addita una coalizione di «unità nazionale» in una realtà rissosa e connotata da divergenze profonde sulla politica estera: a cominciare dai rapporti con l’unione europea, spartiacque strategico. E si sottovaluta il limbo sanitario, non solo economico, nel quale l’italia è immersa. Negli avversari si nota una fretta che tende a bruciare tappe da affrontare invece con grande cautela. Ma qui l’atteggiamento delle opposizioni chiama in causa anche il governo. Evoca l’incapacità del premier di includere le minoranze parlamentari nella Fase 2; o, peggio, il sospetto che Conte punti allo scontro per puntellarsi. Certe risposte ai limiti dell’arroganza rivelano una stanchezza evidente, sebbene giustificata dalla pressione alla quale il governo è sottoposto. Ma assecondare le provocazioni di un’opposizione maldestra potrebbe rivelarsi un’insidia mortale. Un Paese piegato dalla pandemia pretende da tutti senso di responsabilità. E umiltà, non furbizie.