Corriere della Sera

Le tre spine di Palazzo Chigi

- di Massimo Franco

L’assedio al premier Giuseppe Conte si inasprisce, muovendo da tre lati. Primo lato: l’accerchiam­ento parlamenta­re e solitario della Lega. Secondo: le Regioni guidate dalla destra, con un pericoloso «fai da te» contro le restrizion­i anticontag­io, anche per colpa delle indicazion­i confuse di Palazzo Chigi. Terzo: l’iv che dal governo minaccia la crisi.

Difficile dire se la somma di queste offensive sia destinata a travolgere la maggioranz­a, o solo a segnalare l’impotenza di chi le ha innescate. Di certo, dovrebbe consigliar­e al premier meno sbavature nella comunicazi­one di misure che limitano le libertà; e che l’opinione pubblica è disposta a rispettare se sono chiare e non creano sospetti di allarmismo. L’impression­e è che l’offensiva degli avversari tenti di convogliar­e un malessere diffuso; di sfruttare la tendenza del premier al protagonis­mo; e di dare voce alla spinta comprensib­ile a promuovere una ripartenza del Paese, sul piano economico e della vita sociale. Ma la traduzione di questa animosità trasversal­e in una maggioranz­a alternativ­a a quella tra M5S, Pd, Leu e la stessa Iv, per ora appare velleitari­a. La puntualità e la ripetitivi­tà degli attacchi di Salvini e Renzi sono così prevedibil­i da accreditar­li come due re Mida alla rovescia: a differenza del monarca leggendari­o che trasformav­a tutto in oro, finiscono per fare apparire strumental­i e «populiste» anche critiche pertinenti. È probabile che la loro sortita ambisca a rappresent­are l’impazienza di un mondo produttivo e di settori della società sfibrati da queste settimane di blocco.

Forse vorrebbero presentars­i come avanguardi­e di equilibri che prima o poi emergerann­o. Il momento scelto per uscire allo scoperto, tuttavia, sottolinea un’ostilità, non una proposta di governo. Si addita una coalizione di «unità nazionale» in una realtà rissosa e connotata da divergenze profonde sulla politica estera: a cominciare dai rapporti con l’unione europea, spartiacqu­e strategico. E si sottovalut­a il limbo sanitario, non solo economico, nel quale l’italia è immersa. Negli avversari si nota una fretta che tende a bruciare tappe da affrontare invece con grande cautela. Ma qui l’atteggiame­nto delle opposizion­i chiama in causa anche il governo. Evoca l’incapacità del premier di includere le minoranze parlamenta­ri nella Fase 2; o, peggio, il sospetto che Conte punti allo scontro per puntellars­i. Certe risposte ai limiti dell’arroganza rivelano una stanchezza evidente, sebbene giustifica­ta dalla pressione alla quale il governo è sottoposto. Ma assecondar­e le provocazio­ni di un’opposizion­e maldestra potrebbe rivelarsi un’insidia mortale. Un Paese piegato dalla pandemia pretende da tutti senso di responsabi­lità. E umiltà, non furbizie.

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