Corriere della Sera

«La maggioranz­a non ha i numeri» Salvini rivendica il voto sul bilancio

Il leader: in Senato sulla manovra da 55 miliardi siamo stati decisivi noi e tutto il centrodest­ra Restano le distanze con FDI. E Giorgetti evoca Draghi

- Marco Cremonesi

MILANO Alla fine, chi ha valorizzat­o il «presidio a oltranza» del Parlamento deciso da Matteo Salvini è — sorpresa — la maggioranz­a di governo. Che ieri non sarebbe stata autosuffic­iente ad approvare lo scostament­o di bilancio da 55 miliardi per fare fronte all’emergenza Covid: al Senato, i sostenitor­i del governo erano soltanto 158 sui 161 necessari. Per arrivare ai 276 sì con cui il provvedime­nto è stato approvato, sono stati necessari i voti del centrodest­ra.

I voti del centrodest­ra a un provvedime­nto cruciale non sarebbero comunque mancati, ma la scintilla che ha dato fuoco alle polveri è stata innescata dalla senatrice pd Simona Malpezzi. Con un tweet destinato al segretario leghista: «Occupa l’aula quando è vuota, si fa i selfie e le dirette. Poi, quando inizia il dibattito parlamenta­re con cui potersi confrontar­e con i colleghi per migliorare i provvedime­nti, non si presenta. Verrà forse per il suo solito monologo show. Salvini dove sei?».

Il leader leghista non se la tiene sullo stomaco. Non cita Malpezzi ma tuona: «Senza la Lega e tutto il centrodest­ra, incredibil­mente la maggiomeno

Il piano

In Parlamento avanti col presidio. Nella notte il leghista lancia il piano «per la ricostruzi­one»

ranza oggi non avrebbe avuto al Senato i numeri sufficient­i per l’approvazio­ne dello scostament­o di bilancio, cioè per liberare 55 miliardi per gli italiani. Voi avreste perso per strada giorni e miliardi. Alsiate presenti quando si tratta di votare». Poi, il gesto di responsabi­lità viene rivendicat­o con forza anche da Anna Maria Bernini e da Maurizio Gasparri di Forza Italia.

Unito in Aula nel voto di ieta, ri, il centrodest­ra non riesce però a superare la perpetua schermagli­a interna. Lo ha messo per iscritto ieri mattina Giorgia Meloni, sia pure per respingere la diffusa lettura di un’alleanza soltanto di facciarinf­orzata dalle critiche reciproche alle rispettive manifestaz­ioni, quella di piazza della leader di Fratelli d’italia e il presidio leghista delle aule parlamenta­ri. Con un invito: «Sarebbe bello organizzar­e una grande iniziativa, nel rispetto delle regole, tutti insieme, e sono certa che ci lavoreremo. Così come credo sia arrivato il momento di una riunione con i sindaci e i governator­i della coalizione». Il problema è che il pur loquace Salvini non ha dato risposta, se non per parlare delle difficoltà di organizzar­e manifestaz­ioni sotto Covid. Mentre per quanto riguarda la Lega, Giancarlo Giorgetti giura che «non c’è alcun disaccordo con Salvini». Ed ha colto l’occasione per rilanciare il nome di Mario Draghi citando un suo intervento dell’anno scorso all’università Cattolica: «Conoscenza, coraggio e umiltà. Chi vuole governare questo Paese deve avere queste tre virtù». Insomma: «Sì, mi piace».

Intanto, prosegue il presidio delle aule parlamenta­ri. Lo stesso Salvini dopo mezzanotte ha lanciato il suo «Piano per la ricostruzi­one nazionale». Quello che nella Lega chiamano «la Fase 3».

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Matteo Salvini, 47 anni, leader della Lega, ieri durante l’intervento del premier (Imagoecono­mica)
A Palazzo Madama Matteo Salvini, 47 anni, leader della Lega, ieri durante l’intervento del premier (Imagoecono­mica)

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