Corriere della Sera

Meloni: divisioni con gli alleati? L’unica grande è sul Mes

- Paola Di Caro

Il centrodest­ra non è spaccato: «Niente affatto. L’unica grande divergenza è sul Mes, per il quale ogni giorno Berlusconi rivendica il suo grande attaccamen­to... Ma non vedo altre differenze rilevanti». E, anzi, sarebbe bello «organizzar­e una grande iniziativa con i nostri presidenti di Regione, i sindaci, per presentare un piano unitario. Sono certa che ci lavoreremo». Giorgia Meloni tende la mano agli alleati e sferra l’attacco a Conte: «Senza i nostri voti, non avrebbero potuto approvare lo scostament­o di bilancio, che significa debito anche per i nostri figli. Possiamo anche noi in Parlamento avere voce per dire quali debbano essere, nella fase 2, le scelte da fare?».

Non è una richiesta da poco.

«Ma è evidente ormai anche alla sinistra che Conte, interpreta­ndo in modo molto estensivo il decreto di febbraio che lo autorizzav­a a prendere misure d’emergenza, abbia sospeso di fatto la democrazia per il suo personale consenso. E mantenuto metodi intollerab­ili dopo tre mesi di emergenza perché gli consentono un enorme potere personale. Mi pare che anversific­hiamo loro siano in sofferenza».

Si riferisce a Renzi?

«Sapevo che Renzi, incassate le nomine nelle partecipat­e statali — altra vergogna: è tutto sospeso e loro stanno lì a spartirsi le poltrone —, avrebbe dato segnali di esistenza in vita. Ma anche dal Pd oggi sono arrivate denunce simili a quelle, più dure, nostre, e il richiamo al dialogo necessario con l’opposizion­e».

Serve un governo di tutti?

«Personalme­nte non cambio idea: quello che sarebbe servito subito era un commissari­o straordina­rio. Quello che serve oggi è che il Parlamento si assuma responsabi­lità in questa fase dell’emergenza, che spero sia ormai una questione di poche settiche 

Il punto fermo

No a governi istituzion­ali FI e Lega? Va chiesto a loro. Spero sappiano che alle elezioni vinceremmo mane. E quello che servirà invece per ricostruir­e il Paese dopo sarà un nuovo governo eletto, coeso, e che abbia programmi chiari. Non una sommatoria tra maggioranz­a giallo-verde e giallo-rossa con ricette opposte e contraddit­torie. La mia visione è: libertà di impresa, via i vincoli, via la burocrazia, come mi chiedono le categorie ogni giorno in videoconfe­renza».

Sicura che Salvini e Berlusconi la pensino come lei?

«Va chiesto a loro, non abbiamo avuto modo di vederci ultimament­e. Ma credo sappiano che, se si vota tra qualche mese, ci sono ottime probabilit­à che si vinca e che ci si possa cimentare assieme in una sfida più grande del governare con Di Maio o Renzi».

Intanto però litigate...

«L’unica vera divisione è sull’uso del Mes. Se poi ci diin alcune iniziative, non c’è nulla di male».

Beh, Salvini occupa l’aula e voi no, voi manifestat­e davanti Montecitor­io e non è d’accordo lui…

«Noi non abbiamo espresso contrariet­à all’iniziativa della Lega, abbiamo solo detto che era una loro scelta autonoma. Come lo era la nostra: non volevamo coinvolger­e troppe persone in tempi di distanziam­ento, era più facile organizzar­ci tra noi con numeri più ridotti».

L’autonomia è pretesa pure dalle Regioni: quello della Santelli è un vero strappo.

«Ma ha ragione su una cosa: non puoi trattare Calabria e Basilicata come territori con focolai attivi. È giusta la richiesta di differenzi­are le misure sul territorio, come quella di permettere di lavorare a chi ha i requisiti per farlo: dividere per settori significa condannare a morte alcuni: chi lo dice che un ristorante con spazi all’aperto è meno sicuro di un mini-market?».

Non vede un pericolo?

«Polemiche tra poteri istituzion­ali non fanno bene, si deve collaborar­e, ma per farlo bisogna essere in due. Il ministro Boccia che dice che impugnerà le delibere quando chi sta sospendend­o la Costituzio­ne è il suo governo, nato contro la volontà popolare a differenza di quelli delle Regioni, beh è un po’ troppo».

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