Corriere della Sera

Un piano per aprire nidi e materne «A giugno e luglio, aiuto ai genitori»

Il premier: «Valutiamo una modalità sperimenta­le» Già pronto un progetto del ministero della Famiglia I bimbi senza mascherine, si starà molto all’aperto

- Gianna Fregonara

Alla fine sembra che anche il premier Giuseppe Conte si sia convinto: «Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimenta­le, di nidi e scuole dell’infanzia, oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a nostri bambini», ha detto parlando ieri mattina in Senato della fase 2. È la prima conferma ufficiale che qualcosa si sta muovendo per trovare una soluzione e alleviare l’estate ai genitori che nelle prossime settimane torneranno al lavoro. Ma bisogna aspettare il parere definitivo del Comitato tecnico scientific­o sul piano che il ministero della Famiglia sta elaborando in queste ore. Il primario di

Pneumologi­a del Gemelli Luca Richeldi, che fa parte del Comitato, ha però già anticipato che «questa misura potrebbe avere un impatto minimo, ma un grande beneficio a livello sociale».

Molti dettagli in vista delle riaperture sono già stati discussi: si potrebbe cominciare dal mese di giugno e proseguire a luglio, e magari anche ad agosto usando oltre agli spazi degli asili e delle materne anche le palestre e i cortili delle scuole che la ministra disinfetta­rsi e sottoporsi al controllo della temperatur­a. Anche i bambini si laveranno le mani più volte nella giornata. Non useranno le mascherine: loro no, ma gli educatori sì, come prevede la normativa per la fase 2. Non si potranno portare giocattoli da casa e si starà il più possibile, se non sempre, all’aperto con giochi lavabili: non sono ovviamente ammessi i peluche ma i libri cartonati sì.

Erano state le Regioni del Nord, Veneto, Emilia-romagna, fino al Piemonte, a cominciare a organizzar­e i propri centri estivi la scorsa settimana, prendendo a modello le esperienze dei Paesi del Nord Europa, a partire da Norvegia e Danimarca dove i bambini più piccoli sono già tornati in classe .

Il nodo per ora irrisolto riguarda gli educatori: chi saranno gli operatori che staranno con i bambini? Gli asili nido sono per il 70 per cento privati e hanno propri educatori, le scuole materne sono per due quinti statali e per il resto comunali o private. Ma serviranno ben più addetti del solito: si sta valutando se ricorrere a cooperativ­e o anche a volontari da formare prima dell’inizio dell’attività. Non sarà comunque il personale scolastico, ha chiarito il governo, a lavorare nei centri estivi per i più grandi.

Saranno invece Regioni e Comuni a sviluppare il modello: molto dipenderà infatti da quante famiglie deciderann­o di ricorrere ai centri estivi. Al ministero per la Famiglia si sta valutando se il bonus babysitter possa essere usato anche per pagare questi servizi. Resta da chiarire se ci dovrà essere un criterio di precedenza per l’accesso dei bambini, che favorisca i genitori che lavorano. Serve ancora un po’ di tempo e sarà importante che all’annuncio di Conte segua il via libera degli scienziati il prima possibile.

Le regole

Ingressi a distanza di 5-10 minuti. Attività in piccoli gruppi, sempre con gli stessi educatori

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