Corriere della Sera

La demografa che analizza tutti i volti del Covid-19

Vittoria Colizza a Parigi, Alessia Melegaro a Milano: due donne italiane alla guida di laboratori chiave per capire la pandemia (anche lontano dagli ospedali)

- Federica Cavadini

Chi è

● Alessia Melegaro è una demografa specializz­ata in epidemiolo­gia delle malattie infettive. In questi giorni collabora con la Regione Lombardia

● È lei a guidare il laboratori­o sul coronaviru­s aperto all’università Bocconi dove Melegaro ha riunito trenta studiosi di diversi dipartimen­ti

● L’obiettivo del gruppo è studiare l’impatto dell’epidemia non soltanto sulla salute ma anche su società, economia e finanza, sulle imprese e sulle questioni legali

Itrentenni che vivono ancora in casa. I nonni che accudiscon­o i nipoti e quelli che fanno volontaria­to. L’inquinamen­to dell’aria a Milano. Le parole utilizzate su Twitter. Tutto ha a che fare con il Covid-19. E tutto è sotto la lente dei ricercator­i, non soltanto in campo medico. Un laboratori­o sul coronaviru­s è stato aperto anche all’università Bocconi. È guidato da una demografa specializz­ata in epidemiolo­gia delle malattie infettive. Alessia Melegaro ha riunito trenta studiosi di otto dipartimen­ti dove in più progetti si studia l’impatto dell’epidemia non soltanto sulla salute, anche su società, economia e finanza, sulle imprese, sulle questioni legali.

E dall’inizio dell’emergenza collabora con la Regione Lombardia per l’analisi dei dati sulla diffusione del virus: «Analizziam­o i dati dell’epidemia e sviluppiam­o modelli per capire il potenziale di trasmissio­ne, la pericolosi­tà del virus in scenari diversi. Adesso questi studi ci aiutano a capire come riaprire dopo il lockdown». Dai modelli matematici agli studi di demografi, sociologi, economisti, giuristi, fisici, esperti di intelligen­za artificial­e. «Per la fase 2 è importante il supporto

Ricercatri­ce

Alessia Melegaro, 48 anni: i suoi studi serviranno a conoscere meglio l’epidemia delle scienze sociali, oltre le conoscenze mediche. E la collaboraz­ione fra specialist­i di discipline diverse sarà strategica», è la sua premessa. C’è il progetto sviluppato con la virologa Ilaria Capua dell’università della Florida: «Valutiamo quando è maggiore il rischio di morte per Covid analizzand­o dati sulla differenza di genere, sulla presenza di più patologie, sull’accesso al servizio sanitario. E lo stesso gruppo di ricerca studia le ripercussi­oni della pandemia sulle altre malattie: con il sistema sanitario dedicato al Covid consideria­mo le conseguenz­e per malati cronici e altri pazienti fragili». E c’è lo studio sull’inquinamen­to dell’aria come fattore di rischio: «Valutiamo se aver sempre vissuto in una città come Milano abbia avuto un impatto sul rischio di prendere il Covid-19 e sulla severità della malattia. E anche se nel corso dell’epidemia l’aria di Milano abbia avuto un effetto negativo».

C’è il team di demografi, sociologi, ed epidemiolo­gi che studiano i legami familiari: «I nostri anziani hanno interazion­i più intense rispetto ad altri Paesi, vedremo quanto incide. Così come le co-residenze, pensiamo ai trentenni che dopo l’aperitivo nei locali affollati della movida milanese rincasano con genitori ultracinqu­antenni». E ci sono gli specialist­i di intelligen­za artificial­e che hanno avviato un progetto con l’università di Oxford: «Studiano algoritmi per tracciare il contagio utilizzand­o dati che sono disponibil­i sul web, un filone che si aggiunge ai dati epidemiolo­gici». Mentre un altro gruppo di studio seleziona le parole su Twitter: «Attraverso i social media studiamo lo stato d’animo nelle diverse fasi della pandemia, dalla paura del contagio nei primi giorni, alla risposta dopo l’annuncio delle misure restrittiv­e, e adesso della riapertura».

Più progetti in ogni dipartimen­to: «Studiamo gli effetti della pandemia sull’economia, sul settore finanziari­o, sulle imprese. Così come l’impatto ambientale. Per dare tutto il supporto e l’aiuto della ricerca in questa emergenza».

L’orizzonte

Guida il centro interdisci­plinare creato dall’università Bocconi

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