Corriere della Sera

Sileri: «Bisogna fidarsi degli italiani, l’autocertif­icazione deve essere abolita»

- Di Alessandro Trocino

voglia fare il furbo e li voglia rubare? Io ho questo difetto, che mi fido degli italiani».

È stato un errore imporre l’autocertif­icazione?

«Non so se è stato un errore. Io forse non l’avrei messa, ma capisco la logica. C’è sempre qualche furbo. Ma se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l’autocertif­icazione».

Anche perché la confusione sui congiunti è massima. Lei ha esteso la categoria agli amici, ma solo agli «amici veri». Come si stabilisce se è «vero» un amico?

«C’è chi vuole giocare con le parole, ma io ho detto amico vero nel senso che non deve essere una scusa. C’è chi vive solo, è vedovo o magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino. In mancanza dei nonni e babysitter, un amico è fondamenta­le».

Le conferenze stampa sono state abolite. Sono state un errore?

«All’inizio andavano bene, ma non ha senso dare i numeri senza spiegarli».

Conte ha comunicato male?

«No, Conte ha spiegato benissimo. Forse dagli scienziati è arrivata un po’ di confusione. Avrei fatto parlare solo l’istituto superiore di sanità».

Anche l’oms ha fatto confusione. E molti esperti si sono contraddet­ti spesso.

«L’oms ha dato linee guida sbagliate. Ma all’inizio si conosceva poco il virus».

Renzi accusa Conte di autoritari­smo.

«È una posizione incomprens­ibile. Se non ci fossero stati i Dpcm, l’italia sarebbe una grande Lombardia. Berlusconi, all’opposizion­e, ha detto una cosa giusta: nell’emergenza ci si stringe attorno al premier. Non comprendo le occupazion­i simboliche della Lega che non portano nulla. Nei momenti di emergenza così grave si deve essere uniti e seguire le indicazion­i del primo ministro».

La sanità era impreparat­a. E ora? Non pare molto più avanti, terapie a parte.

«Avrei criticato la nostra organizzaz­ione sanitaria anche prima del virus: troppo ospedale-centrica, servizio proattivo scarso e disomogene­o, li

Pierpaolo Sileri, 47 anni, senatore dei Cinque Stelle e viceminist­ro della Salute. Medico, ricercator­e e docente universita­rio, faceva parte della Commission­e Sanità ste d’attesa, carenza di medici e infermieri. Ma per esempio abbiamo la cura dei tumori migliore d’europa. E in questi mesi siamo migliorati, non solo nei posti letto ma anche nei servizi territoria­li. Certo, mancano ancora tamponi e reagenti in alcune zone».

Non un particolar­e.

«Sì, ma ci stiamo lavorando. All’estero hanno sbagliato come noi, ma siamo abituati ad autodenigr­arci».

I calcoli del Comitato sono contestati.

«In alcuni casi, come per le mascherine, il rischio era sovrastima­to. Non esistono modelli predittivi infallibil­i. Ma sulla scuola hanno ragione».

Lei è guarito. Si sente immune?

«No, ho gli anticorpi e sono abbastanza tranquillo, ma tra sei mesi non lo sappiamo».

Dove si immagina quest’estate?

 C’è chi vive solo e magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino: un amico è fondamenta­le

«Tra mare e campagna scelgo quest’ultima, per proteggere la famiglia. È sempre questione di buon senso».

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