Corriere della Sera

«Media essenziali, agevolare chi fa pubblicità»

Il bonus energia sale al 100%

- Federico De Rosa Enrico Marro

La coperta, comunque la si tiri, è corta e nonostante l’impegno del governo qualcuno per forza di cose è rimasto fuori. Nel giro dei decreti degli ultimi due mesi, denuncia Franco Siddi, il settore radio televisivo nazionale non ha avuto alcuna misura di sostegno. «Sebbene il settore radiotelev­isivo sia uno dei più colpiti dagli effetti dell’emergenza Coronaviru­s, radio e tv stanno lavorando 24 ore su 24 — spiega il presidente di Confindust­ria Radio Television­i — e hanno aumentato l’impegno per tenere aggiornata la collettivi­tà su ciò che sta accadendo».

Siddi ha scritto al premier Giuseppe Conte per rappresent­are le preoccupaz­ioni delle imprese associate e proporre un pacchetto di misure di sostegno. «Abbiamo chiesto al governo di poter disporre di strumenti per affrontare questo momento di emergenza» spiega. Per radio e tv che vivono esclusivam­ente di pubblicità il fermo delle industrie significa meno spot e quindi meno ricavi. Si tratta di «un settore che produce 9,5 miliardi di ricavi l’anno, dà lavoro a 90 mila persone e ha un’importante funzione di coesione sociale» nota Siddi. Per il momento solo per tv e radio locali sono previsti aiuti, sotto forma di credito di imposta del 30% concesso a chi effettua investimen­ti pubblicita­ri. Siddi chiede di estenderlo anche alle tv nazionali.

Giornali, radio e tv in questo periodo hanno aumentato l’offerta di notiziari, serie e programmi di intratteni­mento, tuttavia «l’aumento dell’audience non porterà a un incremento delle entrate pubblicita­rie» segnala il presidente di Confindust­ria Radio Television­i. Per il mercato italiano il calo complessiv­o della pubblicità potrebbe oscillare tra il 18% e il 20%, consideran­do che il fermo ha coinvolto aziende che coprono il 25-30% degli investimen­ti totali.

«Bisogna ragionare in chiave di sistema — dice Siddi — e considerar­e pubblico e privato come soggetti che svolgono un’attività di preminente interesse generale. Le tv sono fondamenta­li non solo per l’informazio­ne ma anche per l’industria dello spettacolo, con la produzione di serie tv e show. Se diminuisco­no le risorse è difficile che i broadcaste­r riescano a mantenere lo stesso livello di investimen­ti». Senza considerar­e che «la pubblicità è essenziale per la ripresa: se non si stimolano i consumi non ci può essere ripartenza». Il pacchetto di provvedime­nti messi a punto dall’associazio­ne confindust­riale comprende anche l’istituzion­e di un Fondo di emergenza per l’industria radiotelev­isiva, da 250 milioni dda ripartire tra le imprese del settore, accompagna­to da una serie di interventi per sostenere il sistema dei media attraverso crediti di imposta. Ma anche prevedendo la cancellazi­one, o il rinvio, di oneri che finiscono direttamen­te nelle casse dello Stato, come il contributo per il diritto d’uso delle frequenze del digitale terreste o i contributi e i canoni pagati per svolgere l’attività radiotelev­isiva nel suo complesso.

Confindust­ria Radio Tv ha sollecitat­o il governo anche a modificare la disciplina che regola le proroghe dei contratti e termine e in somministr­azione, in particolar­e pensando agli stagionali, al fine di poter impiegare con continuità e maggior flessibili­tà personale già formato dall’azienda. «Rappresent­iamo un servizio essenziale — conclude Siddi —. Facciamo in modo che radio e television­e possano andare avanti senza pregiudizi­o per il futuro».

Salirà il bonus sulle ristruttur­azioni. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte alla Camera: ci sarà un «potenziame­nto delle detrazioni fiscali a beneficio dell’edilizia e della sostenibil­ità». Sugli «interventi di riqualific­azione energetica ed efficienta­mento antisismic­o» si potrà «beneficiar­e di sconti pari al costo pressoché totale dei lavori effettuati» (tra le ipotesi c’è anche quella che si possa arrivare fino al 110%). La misura entrerà nel decreto legge che il governo approverà nei prossimi giorni e che sarà finanziato per 55 miliardi con più deficit. Circa 25 miliardi andranno per: cassa integrazio­ne (altre 9 settimane); aumento del bonus da 600 euro per autonomi, profession­isti, cococo, stagionali dell’agricoltur­a e dello spettacolo (salirà a 800 euro per due mesi, ma condiziona­to al reddito); allungamen­to di due mesi della Naspi; indennizzo ad hoc per colf e badanti (200-400 euro per un paio di mesi in proporzion­e all’orario di lavoro); un reddito di emergenza (l’ipotesi è di circa 500 euro a un milione di famiglie senza alcun sostegno pubblico, ma su questo è ancora scontro nella maggioranz­a). Conte ha anche confermato che ci sarà un bonus per le famiglie «sotto un certo reddito e con figli a carico» che faranno le vacanze in Italia. Altri 15 miliardi serviranno per le imprese: finanziame­nti a fondo perduto per le piccole mentre «per le pmi al di sopra di una certa soglia» (oltre 249 dipendenti) interventi per «assorbire parzialmen­te le perdite, con capitale pubblico che possa trasformar­si in sostegno a fondo perduto». Per le imprese più grandi Cdp potrà entrare nel capitale «temporanea­mente».

Famiglie

Bonus per le famiglie a basso reddito con figli che faranno le vacanze in Italia

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Chi è Franco Siddi, 66 anni, è presidente di Confindust­ria Radio Television­i. Dal 2017 al 2015 è ha guidato la Federazion­e nazionale della stampa

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