Le mille vite di Saakashvili «Datemi l’ucraina: la salvo io»
Georgiano, diventa vicepremier a Kiev. Chiamato dal comico-presidente
Sempre più in alto: l’ultima volta (era il 2017), la cronaca ce l’aveva mostrato in disgrazia e in diretta tv che s’agitava sul tetto d’un palazzo di Kiev, gridava al complotto, s’appellava ai giornalisti mentre la polizia ucraina l’inseguiva per arrestarlo. Sempreverde: stavolta, lui che nel 2003 fu l’eroe della Rivoluzione delle Rose in Georgia, la storia ce lo ripropone a Kiev e nella meravigliosa fioritura primaverile degli ippocastani, pacato, gongolante, mentre lo corteggiano per farlo salire sul tetto dell’ucraina e nominarlo vicepremier.
Incredibile, la carriera politica di Mikheil «Misha» Saakashvili, 52 anni. L’ex presidente della Georgia, che dallo scorso maggio era tornato ad avere anche passaporto ucraino, entrerà probabilmente come numero due nel governo del suo Paese d’adozione. E poco gl’importa che quello natio, la Georgia, ricordi le due condanne in contumacia, ne chieda l’estradizione e per protesta ora minacci perfino di ritirare l’ambasciatore: «Sono onorato di contare ancora», dice Misha, «e di poter fare ancora qualcosa».
Rieccolo, dunque. «Mi hanno ingaggiato perché sono uno che ha esperienza». Su una scena politica che va a suon di gag, a richiamare in servizio Saakashvili è stato il Beppe Grillo ucraino, l’ex comico Volodymyr Zelensky diventato presidente. Che dopo un anno di mandato ha poco da ridere, fatica a mantenere le promesse elettorali («combatterò la corruzione!», «fermerò la guerra nel Donbass!»), si trova a fronteggiare l’emergenza Covid, deve negoziare col Fondo monetario internazionale un prestito di 4 miliardi di dollari e ha bisogno di qualcuno che sappia come si trattano queste cose. Misha appare l’uomo adatto: perdute nel 2008 la guerralampo con Putin e nel 2013 le elezioni in Georgia, scappato a far politica a Kiev sotto l’ala protettiva dell’allora presidente e vecchio compagno d’università Petro Poroshenko — che prima lo fece governatore d’odessa, poi gli tolse l’amicizia e perfino la cittadinanza —, Saakashvili si sente l’uomo della provvidenza perché «l’ucraina sta affrontando la prova economica e sociale più difficile dalla sua indipendenza», la situazione economica è «catastrofica» e alla fine «verrà utile il mio peso internazionale».
D’internazionale, al momento c’è la crisi con la Georgia. «È inaccettabile e inconcepibile dare un incarico di governo a qualcuno le cui azioni criminali sono state confermate da nostri tre gradi di giudizio e dalla Corte europea per i diritti umani», denuncia la presidente di Tiblisi, Salome Zurabishvili. «Risponderemo sicuramente a questo atto», è il messaggio del premier georgiano Giorgi Gakharia. Anche il Cremlino spinge per una sanzione, se Misha dovesse farcela: in ballo ci sono gli accordi per il cessate il fuoco, lo scambio dei prigionieri, la concessione dell’autonomia all’est ormai russificato da sei anni di guerra.
«L’ucraina non crollerà», promette Misha: non è detto che basti un misirizzi della politica, a tenerla in piedi.
Condannato
La protesta di Tiblisi: «Le sue azioni criminali confermate in tre gradi di giudizio»