Corriere della Sera

Per atterrare su Marte ci vorrà «Ingenuity»

- di Alessandra Coppola

Elogio dell’ingegno con una radice di ingenuità, «che consente alla gente di realizzare cose strabilian­ti e ci permette di estendere l’orizzonte fino ai limiti dell’universo». In una storia che è un manifesto americano, a dare il nome al primo elicotteri­no della Nasa che in estate atterrerà su Marte è una ragazzina di origine indiana, Vaneeza Rupani, allieva di una scuola superiore sperduta nell’alabama. «Ingenuity», che non è «naivety» ma che sarebbe comunque guardato con sospetto nel Vecchio smaliziato mondo euroasiati­co e che invece è il motore puro dell’eternament­e Nuovo Continente: «L’ingegno candido e la genialità della gente che lavora sodo per vincere le sfide dei viaggi interplane­tari — ha scritto Vaneeza dalla Contea di Tuscaloosa, nella sua proposta — è quel che ci dà la possibilit­à di sperimenta­re le meraviglie dell’esplorazio­ne dello spazio». L’amministra­tore della Nasa, Jim Bridenstin­e, si è congratula­to con la ragazzina: «C’è voluto parecchio lavoro duro e “ingenuo” (in questo caso usa deliberata­mente ingenous: più che ingegnoso è innocente, ndr) per realizzare questo elicottero e ancora molto ce ne vorrà». Senza scoraggiar­si: l’agile Ingenuity (1,8 chili di velivolo) accompagne­rà in ricognizio­ne su Marte il rover (sorta di macchinina telecomand­ata) che coerenteme­nte è stato battezzato da Alex, studente della Virginia, «Perseveran­ce»: perseveran­za. Vaneeza, nel mentre — nella foto occhialuta in cui mostra la «sua» creatura —, è diventata il piccolo idolo della comunità locale, elogiata dal senatore dell’alabama Richard Shelby («Che onore!»). E ha rilasciato un commento degno della sua età: «Fico far parte di tutto questo». La missione rientra in un progetto più ampio di navigazion­e spaziale che nelle previsioni della Nasa (cavalcate anche dalla politica, Trump in testa) dovrebbero portare nel 2024 alla prima donna sulla Luna.

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