Corriere della Sera

Clochard stupratore seriale, almeno due vittime

Milano, grazie all’identikit fermato un 22enne. Le aggression­i avvenivano in un sottopasso isolato

- Andrea Galli

MILANO L’elemosina e gli stupri. Partendo da dove capitava a dormire: l’ultimo rifugio era il sottopasso che, guardando la mappa di Milano nella zona della Ghisolfa, nord-ovest della città, unisce da sinistra via Duprè con l’incrocio di due strade, via della Pecetta e via Govone.

Un sottopasso già di suo poco raccomanda­bile, in posizione defilata, raramente battuto, pur se presidiato da telecamere del Comune, una perfettame­nte funzionant­e e utile alle indagini. Le indagini, condotte dal commissari­ato Sempione, hanno portato all’arresto di un 22enne, reduce da una vita di sofferenze subite e inferte, un immigrato sfuggito alla rete dell’accoglienz­a e precipitat­o nel circuito delle caserme e delle carceri. L’ultimo è quello di San Vittore, dopo la cattura, nella serata di martedì, e dopo la convalida. Due donne, camminavan­o in direzione di negozi di alimentari, una per acquistare l’altra per lavorare, sono state bloccate proprio mentre imboccavan­o il sottopasso, minacciate e aggredite. Contro il 22enne, un nigeriano irregolare, privo d’ogni documento d’identità, le accuse sono di tentata violenza sessuale e violenza sessuale. In un caso, decisive le urla della vittima e le tapparelle di abitazioni non lontane che si sono alzate di scatto e che hanno provocato l’allontanam­ento dello stupratore; nell’altro caso, la donna è riuscita, ma purtroppo non subito, a divincolar­si e scappare. episodi portano le date del 18 e del 19 aprile, un sabato e una domenica. Dopodiché, il maniaco era sparito. Poteva essere ovunque. Nessun punto fisso dal quale partire: mense, dormitori, angoli prestabili­ti della città dove la sera i senzatetto ricevono gli aiuti alimentari degli instancabi­li volontari di associazio­ni ed enti. La descrizion­e fisica delle donne nella fase di denuncia era stata quasi identica, il che ha permesso la stesura di un identikit verosimile.

Accompagna­ti dal disegno fissato sul cruscotto delle pattuglie e dalle informazio­ni sulle chat dei telefonini, i poche liziotti l’hanno cercato. Dapprima hanno comunque circoscrit­to il quartiere, forti delle testimonia­nze di alcuni residenti che hanno riferito d’un ragazzo africano che a giorni alterni si presentava all’esterno dei supermerca­ti e chiedeva soldi, inseguendo anche i cittadini casomai quelli si rifiutasse­ro di regalare monete o banconote.

Guidati dal dirigente Anna Laruccia, gli agenti non hanno mollato. Nonostante i risultati non arrivasser­o, nonostante non fosse escluso che quello avesse abbandonat­o Milano, Laruccia ha ordinato di insistere a oltranza, e i suoi ragazzi sono stati ben convinti di proseguire. Infatti l’hanno scovato. Camminava non distante dalla zona del doppio agguato, da quel sottopasso dove sono rimasti dei vestiti laceri e sporchi, sacchetti della spesa vuoti, mozziconi di canne. Il 22enne non ha opgli posto resistenza. Né detto nulla. Sicuro che tanto il valzer potrebbe essere lo stesso, abituato com’è, sul lungo periodo, a farla franca: da tempo avrebbero dovuto espellerlo e non è mai avvenuto. Vaga per Milano e l’italia con numerosi alias. Il suo profilo delinquenz­iale racconta dal 2018 a quest’anno di numerosi episodi per lesioni e resistenza, più atti persecutor­i contro una donna in un centro d’accoglienz­a in Sicilia, più ancora un’altra violenza sessuale, a Tradate in provincia di Varese: aveva pedinato una ragazza ed era comparso all’improvviso in un punto non illuminato, privo di case.

Uno stupratore seriale. Il timore è che (anche) qui in città, dove pare si fosse stabilito da meno di un mese, il numero reale delle vittime possa essere maggiore.

Precedenti

Negli ultimi due anni era stato denunciato per lesioni, resistenza e un altro tentato stupro

La cattura

Il giovane è stato bloccato poco distante dal sottopasso dove aggrediva le vittime

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