Corriere della Sera

IL PROBLEMA DELLA POLITICA: NON PENSARE AL DOMANI

- Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere»

Caro Aldo, lei ha scritto che, invece di una crisi epidemica, il mondo ne attendeva una finanziari­a, o climatica, o nucleare, o cybernetic­a. Magari anche due contempora­neamente. Si desume dal fatto che dà prova di essere preparato a fronteggia­rle? Penso che i Grandi della Terra non avrebbero mosso foglia al pari di Barack Obama e di Bill Gates che non sono stati conseguent­i alla loro previsione di devastante crisi epidemica. Perché non hanno agito? Il mistero è rinchiuso in loro e forse è bene che sia così. Svelarlo avrebbe fatto accapponar­e la pelle al genere umano che (la storia lo rivela) tutto sopporta tranne il morire di crepacuore.

QCaro Mansueto, uando dico che nessuno aveva previsto una pandemia di queste dimensioni, è perché prevedere non significa soltanto dire che una cosa accadrà, ma prepararsi ad affrontarl­a; a maggior ragione se a fare la previsione è il presidente degli Stati Uniti o l’uomo più ricco del mondo, che hanno strumenti di analisi e di azione che noi non abbiamo.

Se tutti i Paesi si sono fatti trovare impreparat­i, con rarissime occasioni, è anche perché la politica e il potere non riescono più a pensare, non si pretende alle generazion­i future, ma neppure al domani. In questi anni ci siamo creati con le nostre mani una classe politica formata dalla Rete e dai like. Gente che cambia idea a seconda dell’ultima cosa che ha letto su Facebook. E pretendiam­o che si preparasse­ro e ci preparasse­ro a una pandemia?

Non è solo un problema di qualità della classe dirigente. È anche un problema di regole. Il sistema americano funziona da oltre due secoli; ma comincia a non garantire più lunghi cicli di governo, quindi di azione politica. Il presidente viene eletto ai primi di novembre, ma si insedia solo a fine gennaio. Un tempo lo faceva più tardi ancora; ma non era soggetto al logorio della comunicazi­one digitale. Dopo pochi mesi, il presidente si trova già in campagna elettorale per le elezioni di midterm: se le perde, non ha più il controllo del Congresso, e rischia di poter combinare poco.

Forse non è un caso che a reggere meglio l’impatto dell’emergenza siano state le due democrazie politicame­nte più stabili al mondo: quella giapponese e quella tedesca.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy