«Turismo in Romagna, ora senza più abbracci»
Caro Aldo, a proposito del suo editoriale di ieri «Le attività (da difendere) che sono parte di noi», le raccontiamo di noi: siamo la classica pensioncina della costa romagnola, da sempre operativa nel settore grazie a un coinvolgimento famigliare che ha varcato ogni epoca, con un trapasso generazionale all’insegna della coerenza. Abbiamo resistito a ogni mutamento del mercato, siamo sopravvissuti alla globalizzazione, abbiamo metabolizzato ogni vessazione fiscale e regolamentare, poi la digitalizzazione, il tutto sempre ponendo al centro della nostra strategia aziendale, il sacro mantra di un’ospitalità incentrata sul paradigma della «famiglia» o meglio ci siamo vestiti dei panni «della famiglia del mare» per gli ospiti! Con loro abbiamo rapporti sentimentali e confidenziali. Li abbiamo ricevuti in fasce e adesso vengono con le famiglie, i figli: così favoriamo l’appartenenza di popoli e di territori. Abbiamo sempre una carezza per i bimbi, una stretta di mano all’arrivo e un abbraccio quando ripartono. Questo è il turismo in Romagna! La nostra ansia ora è dettata dalla pandemia dove i rapporti interpersonali sono negati o rimodulati. Siamo turbati nel pensare a come potremo trasmettere l’affetto di sempre dell’ospitalità che si traduce in abbracci, carezze, sorrisi! Ma ce la faremo, dobbiamo solo essere noi stessi.