Generali, confermati strategie e obiettivi Sì alla nuova governance
L’assemblea Generali approva bilancio, dividendo in due tranche causa emergenza Covid-19, e le modifiche alla governance che aumentano lo spazio nel board per liste di minoranza e indipendenti e danno la facoltà al consiglio uscente di presentare la lista per il rinnovo delle cariche.
«Siamo di fronte a scenari complessi e per molti versi inediti», ha detto il group ceo Philippe Donnet, «ma la nostra forza e la solidità ci permettono di riconfermare la validità della nostra strategia. Il piano al 2021 è ambizioso ma dopo un anno abbiamo già raggiunto importanti risultati come la riduzione dell’ammontare e del costo del debito». Il 2020 «sarà sotto pressione perché il nuovo business sta rallentando ma manterremo i nostri obiettivi per il 2021». Nel contesto attuale, ha poi aggiunto, «il gruppo dovrà essere più disciplinato e rigoroso e noi dobbiamo essere più bravi ad adattarci in corso d’opera. Ed è quello che faremo». Fusioni e acquisizioni? «Oggi non rappresentano una priorità, ma guardiamo sempre a eventuali opportunità»
Donnet ha quindi ricordato «i risultati record del 2019» e la scelta del consiglio di amministrazione di «confermare il dividendo 2019», pari a 96 centesimi, che sarà distribuito in due tranche (rispettivamente pari a 50 e 46 centesimi, quest’ultima subordinatamente alla verifica delle condizioni di patrimonio e regolamentari, rispettando l’input delle authority di vigilanza.
Il presidente Gabriele Galateri ha fatto riferimento a un mondo post Covid «diverso» nel quale Generali si muoverà «con la concretezza che contraddistingue il gruppo da quasi due secoli». Galateri ha poi definito «cruciale» l’azione concertata «delle autorità europee e delle banche centrali». Ma, ha aggiunto « si tratta di un buon inizio: servirà molto altro, soprattutto per quanto riguarda la politica fiscale, per ricostruire l’economia del continente ed evitare rischi di frammentazione». In Italia «le forti misure prese» per contrastare la pandemia «causeranno una contrazione economica seguita da un graduale ritorno alla normalità».
All’assise, che si è svolta a Torino (eccezionalmente solo per quest’anno, il prossimo si tornerà a Trieste, hanno sottolineato i vertici) e nelle modalità previste per l’emergenza, quindi con gli azionisti presenti solo attraverso la figura del rappresentante designato, ha partecipato circa il 57,6% del capitale. Nessuna novità relativa ai soci più rilevanti: Mediobanca 12,86%, Caltagirone 5,11%, Del Vecchio 4,84%, Benetton 3,99%, De Agostini l’1,45%.
L’assemblea ha votato a favore di tutte le delibere, approvandole con quote vicine al 98%. I fondi, come accade di frequente, si sono in parte espressi contro le proposte relative alle componenti variabili delle remunerazioni dei top manager, che sono state di conseguenza approvate con quote inferiori al 70%.